
Edoardo Anselmi, diplomato col massimo dei voti al liceo Copernico vorrebbe studiare a Milano
Prato, 13 settembre 2016 - Uno studente modello. Diplomato al liceo Copernico con il massimo dei voti, premiato dalla Provincia come uno dei migliori alunni dell’anno. Una carriera scolastica da far invidia che però a quanto pare non basta per una borsa di studio utile a coronare il sogno di sempre: studiare ingegneria al Politecnico di Milano. A novembre compirà 19 anni, Edoardo Anselmi ce l’ha messa tutta: ha anche trovato un lavoro come istruttore di nuoto per racimolare qualche soldo utile a studiare fuori casa. Il problema è che le spese da sostenere sono tante. Così ha iniziato a bussare alle porte di Comune, Provincia e Università. La speranza era quella di poter avere una borsa di studio. Niente da fare. Il Comune non dà borse di studio al merito né la Provincia.
Per l’Università conta solo il reddito. Troppo alto: il limite è 23mila euro. La mamma di Edoardo, impiegata sola con due figli, ha un reddito di 24mila euro. Una beffa. «E’ sconfortante - dice il giovane -. Purtroppo l’aiuto delle istituzioni si è limitato ad un semplice attestato cartaceo. Il mio progetto è sempre stato quello di studiare al Politecnico di Milano, università italiana d’eccellenza. Per questo ho anche rinunciato alla mia grande passione che è il nuoto, per andare a lavorare in vista dell’Università.
Purtroppo né i miei sforzi né quelli di mia madre sono stati sufficienti». Edoardo non ha perso la speranza e si è rivolto alle istituzioni: «Mi sono sentito rispondere che non c’era modo di aiutarmi annullando così tutti i miei sacrifici fatti per riuscire a conciliare lo studio con il lavoro - racconta il giovane - In un paese dilaniato dalla disoccupazione e dalla “fuga di cervelli”, anziché aiutare ragazzi volenterosi e determinati, si preferisce compiere atti di finto perbenismo donando 40 euro giornalieri a ciascun migrante forti della convinzione che essi possano arricchire il nostro bagaglio culturale e non si riesce a trovare fondi per studenti meritevoli che, senza niente togliere alle famiglie che fuggono da condizioni certo peggiori della mia, hanno quantomeno lo stesso contributo culturale da offrire alla società. Purtroppo la meritocrazia nel nostro paese resta ancora un miraggio».