
Govanni Napolitano, il 35enne morto per un malore mentre si allenava a calcio
Prato, 3 settembre 2014 - Nel mondo del calcio giovanile e dilettantistico tutti conoscevano Giovanni Napolitano. Troppe le sue doppiette e triplette per passare inosservato, troppi i gol segnati con il numero dieci sulle spalle. Stimatissimo, nel pratese e anche nella nostra provincia, perché portava quel numero senza farsi contagiare dal luogo comune del genio e sregolatezza: Napolitano era posato, faceva vita sana, lavorava sodo ed era molto riservato. «Poco dopo il fatto mi ha chiamato un suo compagno di squadra — spiega Leonardo Tinti, del Coiano Santa Lucia, che conosceva bene Napolitano per averci giocato assieme — e mi ha spiegato che cosa era accaduto. Stavano correndo e ha detto: “Sono stanco, credo che mi fermerò”. Sono state le sue ultime parole». Eppure, ricorda l’amico, «Giovanni faceva vita sana, era attentissimo al fisico. Caratterialmente stava molto sulle sue, ma riusciva lo stesso a essere una presenza piacevole. Era amico di tutti e quando arrivava al campo si vedeva che per lui era un’oasi di pace. Aveva il piede fatato, segnava tanto: era un professionista tra i dilettanti».
Napolitano si è accasciato lunedì sera al campo sportivo di Viaccia, dove stava dirigendo il primo allenamento della squadra Uisp che avrebbe diretto in questa stagione. In passato aveva giocato in Figc tra Maliseti, Coiano Santa Lucia e Antares di Montale. La Procura della Repubblica per il momento non ha indagato nessuno, ma è stata data ai carabinieri la delega d’indagine per l’esatta ricostruzione della dinamica. Non solo: il magistrato di turno, il sostituto procuratore Lorenzo Gestri, farà in modo che vengano sentiti non solo i presenti al fatto, ma anche altri soggetti, per esempio il medico di famiglia. Ma a fare chiarezza definitiva sull’accaduto sarà l’autopsia disposta dal magistrato, che in queste ore affiderà l’incarico. Per questo la salma non è a disposizione della famiglia e quindi non è ancora possibile sbilanciarsi sulla data dei funerali.
A quanto si è appreso, comunque, il 35enne Napolitano aveva un regolare certificato di idoneità medico-sportiva rilasciato da una struttura pratese accreditata, certificazione valida fino alla fine di settembre. Non risulta avesse mai avuto problemi di sorta (lo testimoniano la sua lunga carriera calcistica e le innumerevoli visite mediche affrontate). Le manovre di rianimazione sono andate avanti a lungo e il povero atleta è stato anche defibrillato, ma senza esito; tuttavia non ci sono al momento evidenze riguardo a presunti ritardi nei soccorsi. Il funerale sarà fissato quando la Procura libererà la salma, ma sarà comunque celebrato nella parrocchia di Narnali, dove il giovane viveva, dopo l’esposizione alle cappelle del commiato della Misericordia in via Convenevole. Giovanni lascia il padre, il fratello e la fidanzata. Dopo il rito funebre sarà cremato.