"Mostre e collezioni, ottimo cibo per la mente"

L’assessore Mangani e la riapertura dei musei. Dopo Pretorio e Tessuto, oggi è il turno del Pecci. E fino alla fine del mese sono tutti gratis

di Elena Duranti

C’è voglia di arte e cibo per la mente. Che può essere ora colmata con la mostra collettiva "Protext!" al Pecci, i capolavori del Museo civico di Palazzo Pretorio e le collezioni dei Musei Diocesani (esclusi gli affreschi del Lippi in Cattedrale). Riaprono i musei di Prato con ingresso gratuito p fino al 29 gennaio, e anche se resteranno chiusi sabato e domenica c’è voglia di respirare di nuovo cultura. "Sì, c’è voglia di riaccogliere i visitatori", sottolinea l’assessore alla cultura del Comune, Simone Mangani. "Anche a maggio, appena era stato possibile, avevamo subito riaperto, così quando è arrivato il momento non c’è stato da discutere nulla con i vari staff, era tutto pronto e tutti avevano voglia di ripresentarsi all’apertura. Fra l’altro, durante il lockdown i musei hanno saputo dato un’altra versione della propria offerta on-line. La stessa Pratomusei ha partecipato al bando della Regione ottenendo un ottimo punteggio puntando sul rapporto tra i giovani e le istituzioni museali. L’offerta è piena: al Pecci ci sono tre mostre, due gratuite e una con biglietto ridotto, il museo del Tessuto ha riaperto e sta mettendo a punto la mostra sulla Turandot prevista in primavera. Mentre il 27 gennaio riaprirà al pubblico il museo della Deportazione e della Resistenza di Figline. Al Pretorio si è chiusa la mostra ’Dopo Caravaggio’ con l’ottima affluenza di undicimila visitatori. La gratuità fino alla fine di gennaio è una scelta condivisa per dare un segnale positivo e agevolare i visitatori. Anche se non abbiamo mai interrotto il dialogo, spostando le attività temporaneamente on line, ci auguriamo che sia possibile ritornare ad accoglierli, pur se in maniera più misurata e sicura per tutti". Il Centro Pecci, chiuso di lunedì e martedì, torna a ricevere i visitatori oggi riaprendo al pubblico dalle 12 alle 20, dal mercoledì al venerdì. In questa occasione verrà issata sul pennone dell’edificio ideato da Maurice Nio la bandiera di Jeremy Deller dedicata al pangolino, animale perseguitato e considerato dall’artista come "capro espiatorio" per la pandemia. Nelle sale ci saranno le proroghe delle mostre e dei progetti in corso: Jacopo Benassi, Protext e Litosfera. "Abbiamo già dimostrato come un luogo della cultura possa essere un presidio importante e sicuro per la collettività", dichiara Cristiana Perrella, direttrice del Centro Pecci. "Con la ripartenza vogliamo continuare a dare un segnale positivo di energia e accoglienza. Riaprire le porte del museo al pubblico è un’opportunità per aumentare la familiarità con il museo e con il suo ruolo di servizio d’interesse generale, per offrire ai cittadini cibo per la mente e una forma di socialità e condivisione, in un momento in cui ce n’è un enorme bisogno". Filippo Guarini, direttore del Museo del Tessuto, spiega: "Stamani (ieri, ndr) c’erano quattro visitatori alla riapertura. Un dato positivo così come il messaggio che stanno dando i musei, anche Anci ha chiesto ai Comuni la riapertura dei vari centri culturali. Onoltre proseguiamo con i progetti europei e con le attività per famiglie. E anche se si pone il problema costi-benefici, l’importante è che i cittadini vedano tornare in funzione i loro musei".