Morì schiacciato dal macchinario. Imprenditrice rinviata a processo

Giuseppe Siino, 48 anni, fu inghiottito dagli ingranaggi della macchina all’"Alma" di Campi Bisenzio . L’operaio rimase impigliato per l’orologio. A giudizio l’amministratrice della ditta di moquette . .

Morì schiacciato dal macchinario. Imprenditrice rinviata a processo

Morì schiacciato dal macchinario. Imprenditrice rinviata a processo

Ci sarà un processo per la morte di Giuseppe Siino, l’operaio di origini siciliane di 48 anni ma residente a Prato, che fu inghiottito dagli ingranaggi del macchinario nello stabilimento "Alma spa" a Campi Bisenzio il 17 settembre 2021. Cosi ha deciso il gup di Firenze Piergiorgio Ponticelli, che ha rinviato a giudizio la consigliera delegata dell’industria specializzata nella produzione di moquette, Romina Casini. Siino faceva il turno serale ed era addetto alla macchina che riavvolgeva le bobine di moquette nella fabbrica a Capalle. Fu trascinato, impigliato dall’orologio, dai rulli in movimento del macchinario, hanno ricostruito le indagini coordinate dalla pm Ornella Galeotti. L’autopsia stabilì che morì per asfissia da schiacciamento. L’imprenditrice, ritiene la pm Ornella Galeotti, non avrebbe predisposto "una barriera fisica o virtuale con fotocellula che arrestasse la macchina in caso di avvicinamento all’operatore" per evitare il rischio di intrappolamento nei macchinari.

Mise "a disposizione dei lavoratori - si legge nel capo di imputazione - una macchina con cilindri accoppiati per l’arrotolatura con una zona di imbocco priva di protezione per impedire la presa e il trascinamento delle mani e di altre parti del corpo o di un dispositivo che consentisse il rapido arresto dei cilindri". Ancora la titolare di "Alma", non avrebbe "assicurato la formazione dei lavoratori in materia di rischi collegati alle attività di produzione di tappeti e moquette, attività ritenute a rischio presunto alto". Il processo si aprirà il 6 maggio 2024.

L’incidente avvenne a pochi mesi di distanza da quelli in cui persero la vita la giovane mamma Luana D’Orazio, 22 anni, schiacciata dall’orditoio a cui era addetta nella fabbrica a Montemurlo, e di Sabri Jaballah, 21 anni, anche lui rimasto schiacciato sotto la pressa in una azienda a Montale. Come nel caso di Luana, diventata simbolo della lotta agli incidenti sul lavoro, anche nel caso di Siino il tema della sicurezza è finito nel mirino degli investigatori.

"La società ha deciso di non ricorrere a riti alternativi, certa di poter dimostrare attraverso il dibattimento la correttezza del suo operato", è stata la dichiarazione del legale, Olivia Nati, della imputata.

L.N.