Morì cadendo dal treno in corsa. In cinque rinviati a giudizio. C’è anche il padre della vittima

Claudio Vita, titolare del Vintage, perse la vita a Massa nel 2021. Due giovani pratesi parti civili

Morì cadendo dal treno in corsa. In cinque rinviati a giudizio. C’è anche il padre della vittima

Morì cadendo dal treno in corsa. In cinque rinviati a giudizio. C’è anche il padre della vittima

Segnato un punto importante sulla tragedia che coinvolse Claudio Vita, il titolare del bar ristorante Vintage a Montignoso, che perse la vita nel 2021. Cinque rinvii a giudizio, un abbreviato e un’assoluzione. A uscire dal procedimento sono Alessio Bertoneri, difeso dal legale Dino Del Giudice, il quale aveva chiesto il rito abbreviato per il suo cliente: Bertoneri è stato assolto dalle minacce, e ha ottenuto l’estinzione del reato per il sequestro di persona, dopo il risarcimento di 5mila euro pagato a una delle presunte vittime, due pratesi di 30 anni, uno difeso dall’avvocato Leonardo Pugi, per la remissione di querela. No luogo a procedere per Alessio Valentini, il barman del Vintage, difeso dal legale Enzo Frediani. A essere invece rinviati a giudizio (prima udienza il 10 settembre) sono Irene Mignani, Daniele Cavallaro, il padre di Claudio, Lamberto Vita, Arianna Rovai e Cristiano Bascherini. I capi di imputazione sono minacce gravi e sequestro di persona.

La decisione del giudice dell’udienza preliminare è stata accolta con favore dal legale di Valentini: "Evidentemente il giudice – spiega la difesa, poco dopo la lettura del dispositivo in tribunale – ha verificato che il riconoscimento, anche di Valentini, alla stazione di Massa, operato da una delle parti offese, risultava insanabilmente in contrasto con l’esame dei filmati delle telecamere per come analizzati anche dagli stessi carabinieri. Quanto alla presenza nel locale, essa era giustificata in quanto barman e nessuno ha mai affermato che egli avesse compiuto alcunché di illecito".

Il ristoratore di Montignoso, perse la vita scivolando da un treno in corsa la notte fra il 18 e il 19 aprile del 2021. Secondo l’ipotesi accusatoria, i pratesi Enrico Orlandi e Michael Pellegrino, pranzarono nel ristorante del Cinquale. A un certo punto il ristoratore, insieme ad alcuni dipendenti del locale, accusarono i due di aver rubato un borsello con dentro diecimila euro. Nacque un diverbio piuttosto animato. Uno riuscì a scappare mentre all’altro vennero tolte le chiavi della macchina per impedirgli di fuggire e lo minacciarono. Il pratese scappato riuscì a raggiungere la stazione di Massa in maniera rocambolesca. Ma Vita lo rintracciò e lo intercettò sui binari.

Il pratese, spaventato, si aggrappò a un treno in corsa. Vita fece lo stesso, ma pochi chilometri dopo la stazione perse l’equilibrio e cadde sui binari sbattendo la testa fatalmente. Nel frattempo il padre di Vita aveva costretto l’altro pratese rimasto prigioniero nel locale a salire in auto e a raggiungere la stazione di Pisa San Rossore. L’auto, però, venne fermata dai carabinieri e il ragazzo, impaurito, chiese aiuto. La mattina successiva i militari bussarono alla porta di casa a Prato del ragazzo scappato per la perquisizione: i soldi non furono trovati. In realtà, il borsello con il denaro venne rinvenuto nel locale di Vita, in uno sgabuzzino dietro a un sacco di zucchero, qualche giorno dopo la tragedia. Orlandi e Pellegrino non erono presenti all’udienza.

Alfredo Marchetti