Metà degli studenti stranieri lascia la scuola

A Prato è al 49,5% la percentuale di abbandono scolastico nel biennio delle superiori. L’appello: "Servono almeno dieci classi in più"

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Prato maglia nera per abbandono scolastico. Una città laboratorio in prima linea nell’affronatre i problemi di intergrazione e aiuto allo studio degli alunni straneiri che adesso chiede aiuto al ministero. Il tallone d’Achielle della scuola pratese che con le sue uniche forze non può far fronte a numeri eccezionali tanto da essere la prima provincia d’Italia per percentuale di alunni con cittadinanza straniera – il 28%, contro una media nazionale del 10,3% -: un dato che incide fortemente sulla dispersione scolastica. Prato è anche la provincia italiana con la più alta percentuale di abbandono scolastico nel biennio delle superiori (49,5% contro il 35,4% italiano), ma detiene anche la maglia nera per i punteggi delle prove Invalsi di terza media, dati dovuti alla presenza dei tantissimi studenti stranieri, 28% della popolazione scolastica, che faticano ad imparare la lingua.

Viceversa la percentuale di ragazzi italiani che non termina le superiori è del 10%, in linea con il dato nazionale, mentre i punteggi ottenuti dagli studenti del quinto anno (quando la percentuale di studenti stranieri è radicalmente abbattuta dalla dispersione scolastica) nelle prove Invalsi sono i più alti di tutta la regione. Il Progetto Prato presenatto al ministero è cucito sulle esigenze della città e prevede l’istituzione di 10 classi in più spalmate in tutti gli ordini e gradi, con meno alunni e più personale Ata. Il progetto è volto a ridurre il tasso di dispersione scolastica tra gli alunni non italiani; a potenziare l’insegnamento della lingua italiana e a sperimentare un approccio plurilingue (italiano – inglese – cinese). La prima azione si concretizza nel formare e sostenere contesti classe adeguati ad accogliere tempestivamente tutti gli arrivi in corso d’anno e a facilitare l’acquisizione di competenze linguistiche da parte degli alunni. "Il grande numero degli abbandoni scolastici a Prato dipende prevalentemente dagli alunni cinesi", interviene Stefano pollini presidente di Rispo, la rete delle scuole. "In parallelo, il fenomeno migratorio che era rallentato con la pandemia sta riprendendo: è fondamentale prevedere una decina di classi aggiuntive per rendere possibile l’accoglienza degli alunni stranieri che arrivano ad anno scolastico già iniziato. A queste, il progetto prevede di aggiungere almeno 60 classi per il potenziamento linguistico".

Da una recente indagine gli alunni stranieri non raggiungono il livello B1 di conoscenza dell’ italiano, ecco perchè quando termina l’obbligo scolastico abbandonano, spesso di loro si perdono le tracce, a differenza degli italiani che vengono assorbiti in altri circuiti di formazione. "Purtroppo le informazioni che abbiamo avuto per ora da Roma sono che si intende riconfermare l’organico degli anni passati", commenta Francesco Puggelli. "Questo ci amareggia ed è dovuto al fatto che alcuni criteri di valutazione delle esigenze sono desueti, a partire da quello che considera il numero degli istituti. Si dà priorità a territori che negli anni non hanno lavorato, come abbiamo fatto a Prato, per creare istituti grandi e funzionali al posto di una frammentazione in piccole scuole".

Peculiarità che rendono la scuola pratese un unicum che non può essere ignorato: "L’osservatorio che ci viene proposto dal Progetto Prato – aggiunge l’assessore all’istruzione del Comune Ilaria Santi – è la sintesi di ciò che questa città fa da anni. Vorrei evidenziare come questo territorio chieda da molto tempo un’attenzione sul tema del personale scolastico, sia insegnanti che collaboratori: siamo sotto organico proprio per la situazione unica che differenzia la scuola pratese da quella del resto d’Italia. Se ci conoscono come il modello-Prato è perché c’è chi negli anni ha saputo far funzionare le scuole nonostante queste criticità".

Silvia Bini