Il Vescovo scrive alle parrocchie: "Ecco le regole per le messe"

Mascherine, orari flessibili, collaborazione dei fedeli e, quando si può, celebrazioni all'aperto

Il vescovo Giovanni Nerbini

Il vescovo Giovanni Nerbini

Prato, 12 maggio 2020 - "Il momento tanto atteso è arrivato". Comincia così la lettera che il vescovo Giovanni Nerbiniha indirizzato ai sacerdoti, ai diaconi e alle comunità religiose di Prato in vista del ritorno alla celebrazione delle messe con il popolo previsto per lunedì 18 maggio. Il messaggio contiene le indicazioni su come attuare in ogni chiesa le prescrizioni contenute nel protocollo sottoscritto tra il Governo e la Cei. Ma prima di spiegare nel dettaglio le misure dedicate al rispetto della sicurezza durante lo svolgimento della celebrazione, Nerbini si rivolge a tutta la comunità cristiana, in particolare ai fedeli, scrivendo che per vivere al meglio il ritorno alle mese c’è «assolutamente bisogno della gioiosa, paziente, disponibile collaborazione di tutti voi».

Ecco le indicazioni. In ogni parrocchia i posti a sedere dovranno essere segnati in maniera ben visibile in modo da facilitare la sistemazione dei fedeli. Si ricorda che la distanza tra le persone deve essere di un metro ad entrambi i lati e un metro davanti e dietro. In ogni chiesa verrà affisso un cartello che indica il numero complessivo delle persone che possono avere accesso all’interno.

In vista della prima domenica nella quale verranno celebrate di nuovo le messe con il popolo, il 24 maggio, dove possibile si invitano le parrocchie a: celebrare all’aperto, in modo da ampliare il numero dei partecipanti e prevedere la celebrazione di due messe consecutive nell’orario tradizionalmente preferito dai nostri fedeli (ad esempio alle 11 e alle 12). Ma anche prevedere messe pomeridiane e organizzare un calendario di vicariato in modo che se eventualmente qualcuno rimanesse escluso da una parrocchia possa spostarsi di poco e partecipare alla messa in una chiesa vicina.

I fedeli. C’è l’obbligo di indossare la mascherina e la richiesta di non recarsi in chiesa in presenza di sintomi influenzali, respiratori e con una temperatura corporea uguale o superiore a 37,5° oppure se si è stati in contatto con persone positive al Covid-19.

In chiesa. Gli ambienti dovranno essere igienizzati prima e dopo la celebrazione. In quelle con più ingressi uno sarà preposto all’entrata e uno all’uscita delle persone. Le acquasantiere rimarranno vuote. Non si potranno usare i libretti dei canti: per questo c’è l’invito ad animare la celebrazione, senza l’ausilio di un coro, con canti conosciuti da tutti. Si possono distribuire i foglietti con le letture ma al termine della messa dovranno essere tolti e non riutilizzati. Sarà omesso lo scambio della pace.

La Comunione. L’Eucarestia sarà ricevuta sulle mani. Il celebrante, munito di guanti e mascherina, eviterà il contatto con i fedeli. Per garantire il mantenimento delle distanze necessarie si invitano i sacerdoti ad avvalersi della collaborazione dei ministri straordinari della comunione in modo da evitare il concentramento di più fedeli in uno stesso punto della chiesa per ricevere l’Eucarestia. Si ricorda inoltre che il Messale concede la possibilità che il celebrante possa reperire al momento persone che lo aiutino a distribuire la comunione in caso di necessità.

Una équipe in aiuto del parroco. La Diocesi suggerisce che in ogni parrocchia venga costituito un gruppo di fedeli che coadiuva il parroco nella predisposizione del necessario a garantire il rispetto delle norme indicate nel protocollo relativo alle celebrazioni. Queste persone saranno dotate di un segno riconoscibile che le faccia distinguere agli occhi dei fedeli.