
"Mensa per gli studenti del Pin, serviva più dialogo con i ristoratori"
Il sistema intelligente, con app, per la mensa degli studenti universitari del Pin solleva le critiche dei ristoratori del centro. "Ma era effettivamente necessario investire su 42 frigo e far cucinare i pasti all’ennesima grande azienda (la Cirfood, società Cooperativa Italiana di ristorazione, ndr) quando intorno al polo universitario pratese ci sono diversi punti di ristorazione pronti a fornire il servizio mensa?". A chiederselo è Lorenzo Vannini che per dodici anni ha gestito insieme al socio Maurizio il Caffè Lorenzo e che da ottobre ha riaperto anche a pranzo il Chiosco del Caffè Lorenzo, sul Bisenzio, a due passi dal Pin. Per lui quei 42 frigoriferi che fanno giungere a destinazione agli studenti pasti confezionati, da riscaldare successivamente in appositi forni a microonde e da consumare in sede, senza uscire dalla sede al Serraglio, sono una beffa.
"I ristoranti ed i bar nel post covid hanno sofferto molto per il calo di affari a pranzo. Sono affollati soprattutto la sera – aggiunge Vannini – A pranzo facciamo fatica, vuoi perché ci sono meno soldi vuoi perché la gente alla fine si è organizzata in altro modo. Eppure l’università sarebbe stata un bell’indotto per il centro visto che non esiste una mensa studentesca. C’è un solo referente mensa in centro. Mi chiedo: non si potevano interpellare le attività intorno per verificarne la disponibilità ad offrire un servizio mensa? Personalmente mi sono proposto, anche se ad un ristoratore viene richiesto un forte sconto, non sempre conveniente. Ma far girare le persone, offrendo un servizio, fa bene alle attività. Magari poteva essere presentata un’offerta distribuendo i 1.700 pasti complessivi a più attività e facendo girare studenti su più locali. Una mossa sbagliata che non fa bene alla città. Potevano essere coinvolti i commercianti". Vannini conclude con una considerazione: "Eppure non siamo gli ultimi arrivati in centro. Per dodici anni abbiamo gestito il bar dietro all’università e tante volte abbiamo provato ad affacciarci a questo mondo: l’unica risposta che ci è stata data è di presentare un’offerta da pubblicare sul sito. Ma non poteva funzionare con giovani che hanno una tessera mensa".