Un radiofarmaco per la scoperta precoce dei tumori, via libera alla sperimentazione a Prato

L’Aifa ha autorizzato la Medicina nucleare dell’ospedale “Santo Stefano” a sperimentare il tracciante in grado di rilevare il tumore in modo selettivo e molto precocemente

Il team della medicina nucleare di Prato

Il team della medicina nucleare di Prato

Prato, 13 aprile 2024 - L’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) ha dato luce verde alla Medicina nucleare dell’ospedale “Santo Stefano” di Prato per la sperimentazione clinica del radiofarmaco a scopo diagnostico “68Ga-FAPI-46” ad uso Pet in pazienti malati di tumore.

Lo studio verrà condotto in collaborazione con l’Istituto Romagnoli per lo studio dei tumori "Dino Amadori" di Meldola (Forlì-Cesena). Lo studio per la Medicina nucleare dell’ospedale pratese è stato in gran parte finanziato con il contributo della Fondazione Sandro Pitigliani, da anni impegnata nella lotta contro i tumori.

Si tratta, per vari motivi, di una importantissima conquista da parte del team diretto dal dottor Stelvio Sestini, direttore della struttura il quale spiega: “il 68Ga-FAPI-46 è un radio-tracciante inibitore della proteina di attivazione dei fibroblasti associati al cancro ovvero, in parole più semplici, esso è in grado di riconoscere e legarsi in maniera selettiva a questa glicoproteina che è presente in gran quantità sulla membrana di queste cellule. Questo è molto importante -continua Sestini - perché i fibroblasti associati al cancro rappresentano circa l’80% dei fibroblasti presenti nel microambiente tumorale e hanno un ruolo cruciale nella genesi della maggior parte dei tumori solidi come i tumori cerebrali, della mammella, del polmone o di quelli intestinali. Si tratta quindi di una metodica di imaging bio-molecolare in grado di rilevare il tumore in modo selettivo e molto precocemente”.

La tecnica di utilizzo del 68Ga-FAPI-46 è molto semplice ovvero essa si basa sulla somministrazione del radiofarmaco per via endovenosa e la successiva acquisizione (10 minuti) di immagini della distribuzione del radiofarmaco nell’organismo umano mediante la Pet. La presenza dei fibroblasti e quindi del tumore viene visualizzata nelle immagini bio-molecolari come una area di accumulo del radiofarmaco 68Ga-FAPI-46.

“Il radiofarmaco – aggiunge il coordinatore tecnico sanitario di radiologia medica dottor Christian Mazzeo - non è disponibile in commercio ma la sua sintesi verrà eseguita nella radiofarmacia della Medicina nucleare, presente al Santo Stefano, da parte di personale tecnico altamente qualificato. Il successo risiede proprio nel riconoscimento da parte di Aifa della capacità del nostro team di eseguire in modo corretto tutte le fasi di sintesi e di controllo del radiofarmaco, cosa a cui abbiamo lavorato per almeno un anno insieme al nostro radiochimico dottor Rino D’Agata e alla dottoressa Elisa Landi della task force aziendale sperimentazione clinica struttura operativa etica e cura, senza il cui contributo non saremmo stati in grado di finalizzare questo risultato”.

“Sono doverosi – conclude Sestini - i ringraziamenti alla direzione aziendale della Usl Toscana Centro e alla Fondazione Sandro Pitigliani per il sostegno concreto manifestato nella realizzazione del progetto, ed al team dell’Istituto Romagnoli per lo studio dei tumori "Dino Amadori" in particolare nelle figure dei radiochimici dottor Stefano Boschi e dottoressa Valentina Di Iorio”.

Ha evidenziato la dottoressa Maria Teresa Mechi, direttrice sanitaria del presidio: “La possibilità di svolgere ricerca e sperimentazione clinica nell’ospedale di Prato rappresenta un traguardo importante dal momento: solo pochi centri in Italia riescono ad ottenere tale percorso autorizzativo in quanto i requisisti richiesti da Aifa sono molto complessi, dall’organizzazione della struttura alle attrezzature necessarie fino al personale dedicato. E’ quindi un risultato eccellente per la Medicina nucleare e per la nostra azienda sanitaria”.

La Medicina nucleare di Prato afferisce al Dipartimento diagnostica per immagini diretto dal dottor Maurizio Bartolucci.