Medici di famiglia: "Tetto a 1800 pazienti? Una follia da gestire". Gli ambulatori scoppiano

La Cisl contro l’innalzamento del massimale: dottori sotto pressione. Viste solo su appuntamento, e i tempi inevitabilmente si allungano. Simonelli: "La sanità di base diventerà una grande guardia medica"

Una visita medica (foto repertorio Ansa)

Una visita medica (foto repertorio Ansa)

Prato, 1 giugno 2023 – La soluzione alla carenza di medici di base è contenuta nel decreto che autorizza l’innalzamento del massimale fino al limite di 1.800 pazienti, su base volontaria, per i medici di medicina generale. Regione e Asl sono corse ai ripari per garantire l’assistenza ai cittadini. Al momento sono una quarantina i professionisti che hanno accolto la proposta, ma gestire 1800 pazienti non è una banalità. Lo grida con forza Filippo Simonelli, referente regionale Cisl medici di medicina generale. "Il provvedimento è su base volontaria anche se ci sono zone isolate e di montagna dove non c’è scelta", chiarisce. "Siamo professionisti che hanno un orario di lavoro, spesso però le persone questo non lo comprendono e pretendono una risposta immediata. Ma è chiaro che se ci sono più pazienti, i tempi si allungano per tutti".

Cosa significa gestire 1800 assistiti? "Le telefonate iniziano alle sette di mattina e c’è qualche collega che le riceve anche a mezzanotte - spiega -. Sono appena le 10 e ho già risposto a venti persone e ancora non ho iniziato l’ambulatorio. Sono ritmi che non sono sostenibili a lungo a discapito dei medici e dei pazienti". Il tempo in cui si andava dal dottore di famiglia anche solo per un consiglio ormai è andato: gli ambulatori funzionano tutti per appuntamento con il rischio di trovare il primo posto libero a distanza di giorni e giorni. A rimetterci, alla fine sono le persone che si rivolgono al medico di famiglia in modo sporadico.

"Mediamente vediamo sei pazienti l’ora, ma ogni giorno gli appuntamenti raddoppiano per le urgenze", spiega Simonelli. "Come si pensa che una sanità così gestita possa reggere a lungo? Mediamente circa 800 pazienti vengono in ambulatorio due volte al mese, questo significa che le persone che non chiamano mai quando lo fanno hanno attese lunghe. Ma sono persone che proprio perché non chiamano mai quando lo fanno hanno realmente necessità". I medici di base soffrono la mancanza di ricambio generazionale proprio come quelli di emergenza urgenza: turni massacranti per una riconoscimento economico inferiore rispetto ad altre specialistiche. L’esempio che porta Simonelli è lampante: "C’è una collega di 30 anni che ha sostituto un medico di base, si è trovata con 1500 pazienti da gestire, a lavorare 12 ore al giorno. Qualcuno pensa che questa dottoressa sceglierà la carriera di medico di base o si orienterà verso altro?". Il meccanismo scricchiola, aumentare il massimale significa ridurre il tempo che un solo medico può garantire al paziente. "Nei prossimi anni saremo sempre meno e quindi arrivare a 1800 ma anche a 2000 assistiti non sarà più una scelta ma un obbligo - conclude il sindacalista - E nel 2026 con l’apertura delle case della salute dove i medici di famiglia dovranno a prestare servizio la medicina generale sarà trasforma in una grande guardia medica, nessuno avrà più il proprio dottore di riferimento. Non sarà possibile".