Scuola al paradosso. A Prato, che soffre della mancanza cronica di aule con situazioni al limite come il liceo Livi-Brunelleschi, quest’anno diviso su sette diversi plessi dislocati in due comuni diversi, succede anche che la notizia dell’apertura di una palestra rappresenti un problema. Tanto assurdo quanto vero. E così al Marconi il preside Paolo Cirpiani invece di felicitarsi per l’inaugurazione del nuovo palazzetto dello sport a servizio degli studenti ne è addirittura preoccupato. "Assurdo", ammette lo stesso dirigente. Il motivo? È legato alla mancanza di spazi. La scuola passata in tre anni da 600 a 1020 alunni ha necessità di aule. Il dirigente per salvare il salvabile quest’anno ha messo in campo un’idea tanto originale quanto funzionale: ha scelto di attivare "l’educazione motoria potenziata", ossia per ogni classe sono previste quattro ore la settimana di educazione fisica. Non essendoci la palestra interna, gli studenti svolgono l’attività in via Roma. In questo modo il dirigente ogni mattina ha cinque aule libere per sistemare i ragazzi che invece devono fare lezione. Nel momento in cui la palestra "entrerà" a scuola e si troverà a portata di mano verrà meno però questa rotazione. "Per me è un problema", conferma Cipriani. "Ogni mattina cinque classi sono fuori perché fanno lezione in via Roma e così ho aule sufficienti per tutti. Nel momento in cui i ragazzi non dovranno più andare in via Roma alla palestra, ma basterà fare pochi metri, non avrò più classi a disposizione per tutti. Avrei bisogno di più spazi anche perché ho sezioni già numerose, alcune con 28 alunni. Impensabile l’idea di accorparle". Un bel problema che si aggiunge ai soliti che di anno in anno si presentano puntuali nel momento delle iscrizioni scolastiche.
Dalle proiezioni il Marconi a settembre dovrebbe riuscire ad attivare almeno due sezioni in più rispetto allo scorso anno, che vanno sommate alle cinque aule aggiuntive che servirebbero perché l’educazione fisica non aiuterà più. Insomma, un bel problema già oggi con vista su settembre, anche perché le soluzioni non ci sono. La scuola ha già in uso il Marconcino come succursale che però è al completo.
Prato è la città dell’assurdo anche per un’altra ragione: le scuole sono in difficoltà a crescere in numeri e offerta formativa, eppure lo scopo di ogni preside è aumentare i propri iscritti. Problemi di spazi che potrebbero costringere il Marconi ad applicare il numero chiuso alle iscrizioni. Lo stesso meccanismo che anche il Buzzi mette in campo da anni per dare una risposta adeguata ed evitare classi pollaio. Soffre come al solito pure il liceo Livi-Brunelleschi che ha 103 classi ma non altrettante aule. Da una prima stima sembra che a settembre ne potrebbero mancare addirittura 11. Un’enormità oltre all’incognita di via delle Fonti: potrebbe non essere rinnovato il contratto con Ars Genius, l’immobile dove la scuola guidata da Maria Grazia Ciambellotti ha in uso cinque aule. Un bel rebus da sciogliere in otto mesi.
Silvia Bini