Manifattura, la produzione regge Ma il 2022 chiude col segno meno

Secondo le previsioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord non si replicherà l’andamento positivo del terzo trimestre. Matteini: "Si sente il peso delle incertezze e delle tensioni dei costi energetici"

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La produzione manifatturiera è andata a gonfie vele nel terzo trimestre per le aziende di Prato, Pistoia e Lucca sulla scia della prima impennata del recupero dopo la fase più acuta della pandemia. Ma se il segno più insieme alla fiducia hanno accompagnato questi mesi del 2022, non si può dire altrettanto per le previsioni dell’ultimo trimestre ancora in corso, caratterizzato da luci ed ombre e appesantito da un probabile segno meno. E’ quanto emerge dalle rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord: l’incremento complessivo a +2,5% rispetto al terzo trimestre 2021 è particolarmente significativo nel confronto col dato italiano che è, sia pur di poco (-0,6%), in territorio negativo. A generare questo buon risultato contribuisce in maniera decisiva il settore moda con +4,9%; ancora migliori, ma su volumi complessivi di produzione nettamente più contenuti, i risultati dell’alimentare, a quota +7,6%. Netto segno positivo anche per i mezzi di trasporto (+4,7%, che includono la nautica a quota +7,6%), la chimica-plastica (+4%), la metallurgia (+3,6%) e la produzione di macchine (+0,4%). Segno meno per il mobile (-4%), le lavorazioni non metallifere e il cartario (-1,5%).

Per il manifatturiero di Prato, Lucca e Pistoia la media indice destagionalizzato della produzione dei 9 mesi gennaio-settembre 2022 sullo stesso periodo del 2019 (l’ultimo corrispondente pre-pandemia) segna -2,6%. "I risultati del terzo trimestre 2022 sono stati forse superiori alle aspettative - commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Nelle nostre rilevazioni chiediamo anche una previsione per la produzione del trimestre successivo e questa volta la prevalenza del segno meno è stata netta per fattori intuibili: la perdurante incertezza sul piano geopolitico, le tensioni sui costi energetici, l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse. I prossimi mesi non saranno facili".

Soddisfazione da Fabia Romagnoli, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord. "Il +4,8% raggiunto dalla produzione manifatturiera di Prato è un dato che segna un altro passaggio importante sulla strada del recupero dopo il crollo dovuto alla pandemia - dice -. Siamo consapevoli che i valori a doppia cifra che abbiamo visto qualche trimestre fa non possono più esserci". Romagnoli snocciola i risultati col segno più per "il tessile con un +5,2%, a fronte di un dato nazionale di -6,3%. Bene anche per abbigliamento-maglieria, a quota +6,9%. Ottime le prestazioni della metalmeccanica, di cui il meccanotessile rappresenta la parte preponderante, con +6,1%".

Il distretto pratese non è immune dalle preoccupazioni del momento, ma Romagnoli si affida alla "grande capacità di Prato di risollevarsi quanto e più di altre aree italiane con caratteristiche simili, pur in momenti che rimangono difficili per i costi di produzione e per le turbolenze dei mercati".