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Luana, solidarietà infinita La verità solo dalla perizia

Le raccolte fondi in favore del figlio dell’operaia morta sul lavoro hanno avuto grande successo. A breve le prove sull’orditoio che ha ucciso la ragazza

La gara di solidarietà per Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni mamma di un bambino di 5, morta nell’orditura a Montemurlo, non si ferma. Sono state tantissime le persone che hanno donato soldi in favore del bambino rimasto orfano. La storia di Luana ha colpito tutta Italia e il successo delle raccolte fondi ne è stata la dimostrazione. La raccolta lanciata da La Nazione, in collaborazione con Gofundme, sarà ancora attiva per un paio di giorni. Fino a ora sono stati donati più di 91mila euro. Per donare è possibile andare sul sito de La Nazione e scorrendo la barra sulla destra si trova il logo giallo su cui basta cliccare. Si è chiusa invece la raccolta del Comune di Montemurlo che ha superato i 200mila euro. Lo ha reso noto Antonio Schillaci, presidente del Comitato Montemurlo Solidale, l’associazione che si è occupata di raccogliere e far confluire le varie iniziative di solidarietà nate spontaneamente dopo la tragedia. Il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, ha spiegato che "la raccolta è solo l’inizio di un percorso di impegno sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Luana ha ridato voce a tante vittime dimenticate". Intanto sul fronte delle indagini si attende che riprenda la perizia sul macchinario che ha stritolato l’operaia. A fissare la nuova data sarà il consulente della procura, l’ingegnere meccanico Carlo Gini, che si è preso dieci giorni di tempo per studiare i libretti dell’orditoio killer. La perizia con difesa e parte civile dovrebbe ripartire al massimo a inizio della prossima settimana. I vigili del fuoco dovranno assemblare la parte che è stata smontata per liberare il corpo della ragazza. A quel punto cominceranno le prove tecniche per capire se la saracinesca di protezione e le fotocellule funzionavano. Le prove sull’orditoio gemello hanno dimostrato che i dispositivi di protezione sono stati disattivati. Da chi e quando saranno le indagini a doverlo stabilire. Per l’incidente mortale sono indagati la titolare Luana Coppini e il tecnico manutentore Mario Cusimano. Sarà decisivo capire a quale fase di lavorazione era arrivata la ragazza quando è stata risucchiata dal macchinario. Secondo la procura, durante la fase in cui il cancello di protezione sarebbe dovuto essere abbassato, secondo la difesa nella fase iniziale quando l’operaio si avvicina alla macchina per far girare il filo sul subbio azionandolo con un pedale. Per la difesa ci sono diversi indizi che confermano che Luana fosse nella fase iniziale del lavoro. Il corpo è stato risucchiato dall’ingranaggio che ha fatto un solo giro schiacciando il corpo. Se la giovane fosse stata agganciata quando la macchina girava alla massima potenza il corpo sarebbe stato straziato. Un’altra conferma potrà arrivare dalla lunghezza dell’ordito fatto prima che Luana venisse uccisa dalla macchina.

Laura Natoli