Morte di Luana D'Orazio, il padre del bimbo non ammesso come parte civile

Prosegue l'udienza preliminare al tribunale di Prato per la morte della 22enne rimasta impigliata in un orditoio il 3 maggio del 2022

Luana D'Orazio

Luana D'Orazio

Prato,  21 settembre 2022 - Il gup di Prato Francesca Scarlatti ha escluso oggi dalla costituzione di parte civile all'udienza preliminare per la morte di Luana D'Orazio, l'operaia di 22 anni deceduta in un incidente sul lavoro in una azienda di Montemurlo il 3 maggio 2021, il padre naturale del figlio di 6 anni della giovane. Il gup ha invece ammesso come parte civile la mamma di Luana, Emma Marrazzo, la Femca, sezione tessile del sindacato Cisl, e l'Inail.

La prossima udienza è fissata per il 27 ottobre. Il gup ha dichiarato «inammissibile» la richiesta del padre del bambino, un giovane originario della Calabria i cui rapporti con Luana si erano interrotti da molto tempo. Scarlatti ha motivato la scelta con il pronunciamento del tribunale dei minori di Firenze che ha concesso temporaneamente l'affidamento del bambino ai nonni materni. I principali imputati al processo sono i coniugi Luana Coppini e Daniele Faggi, rispettivamente titolari di diritto e di fatto dell'azienda tessile in cui è avvenuto l'incidente mortale. Tramite i loro legali, i coniugi stanno dialogando con l'accusa per tentare di patteggiare la pena in ordine ai reati di omicidio colposo e rimozione delle cautele antinfortunistiche. Il terzo imputato, il manutentore esterno della ditta Mario Cusimano, imputato per gli stessi reati, non è invece intenzionato a chiedere riti alternativi.

La madre di Luana: "Pena sia esemplare"

«L'importante è la giustizia, una pena esemplare che di riflesso possa giungere agli altri imprenditori, non si può lavorare in quelle condizioni». Queste le parole di Emma Marrazzo che si è costituita oggi parte civile, mentre non lo ha fatto il padre di Luana, neanche per conto del nipote, il figlio di 6 anni della giovane. La decisione è motivata così dai legali della famiglia di Luana: «La discussione di un danno così complesso non è adeguata alla sede penale. Non esponiamo il bambino a un palcoscenico così impegnato, ci rivolgeremo semmai al giudice naturale, quello civile».