REDAZIONE PRATO

Lotta allo sfruttamento. Scoperti 12 clandestini e chiuse cinque ditte

I risultati dell’ultimo controllo del gruppo interistituzionale della prefettura al Macrolotto e a Montemurlo. Denunciati i cinque imprenditori cinesi . Ventinove operai erano senza contratto. Riscontrate molte irregolarità.

Il controllo all’interno di una delle confezioni a gestione cinese

Il controllo all’interno di una delle confezioni a gestione cinese

Proseguono senza sosta i controlli del gruppo interistituzionale, voluto dalla prefettura, per il contrasto allo sfruttamento nelle ditte a conduzione cinese del distretto. Controlli che avvengono con cadenza mensile e che riservano sempre molte sorprese. Sono infatti ancora troppe le irregolarità che vengono scoperte durante le verifiche a dimostrazione di come il modo di lavorare illegale, nella comunità cinese, sia ancora ampiamente diffuso e difficile da estirpare all’interno del distretto pratese. L’ultimo controllo in ordine di tempo è stato eseguito a fine maggio all’interno di cinque ditte, tre al Macrolotto e due nel distretto industriale di Montemurlo. Le confezioni che sono state passate al setaccio sono tutte gestite da orientali.

Secondo quanto riferito dalla prefettura, nelle cinque sono stati identificati complessivamente 95 lavoratori, tra cui 12 sono risultati essere clandestini. I cinque i titolari sono stati denunciati per avere impiegato lavoratori irregolari sul territorio. Ma non è stata l’unica irregolarità che è stata scoperta. Oltre ai clandestini impiegati al lavoro, sono stati trovati anche 29 lavoratori privi di contratto.

In tutte e cinque le ditte alcuni operai venivano dunque impiegati senza che avessero nessun tipo di contratto. Motivo per cui l’attività delle cinque ditte è stata sospesa. Lo schema riproposto è il solito: non solo clandestini e lavoratori a nero ma anche tante irregolarità all’interno dei capannoni le cui condizioni igienico sanitarie erano come sempre molto precarie.

In tutte le ditte in questione sono state riscontrate violazioni delle norme in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in materia di gestione dei rifiuti e in materia antincendio, oltre appunto a condizioni igienico sanitarie carenti. "In relazione alle violazioni rilevate – fanno sapere dalla prefettura – sono state comminate sanzioni pecuniarie per una cifra complessiva che sfiora i 160.000 euro".

Sempre secondo quanto riferito, le attività sospese dall’inizio dell’anno sono 16 e la somma delle sanzioni fin qui irrogate nello stesso periodo ammonta a circa mezzo milione di euro. I controlli andranno avanti anche nei prossimi mesi, seguendo lo stesso schema. Nel gruppo sono coinvolti polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, ispettorato del lavoro, Asl, Inps, vigili del fuoco, polizia municipale, Alia e Agenzia delle Dogane.

Nelle verifiche dei mesi scorsi era spuntato perfino un dormitorio abusivo all’interno di una azienda. Il sistema dei dormitori sembrava essere quasi scomparso dopo i controlli voluti dalla Regione ed eseguiti dal gruppo di lavoro dell’Asl per la sicurezza sui luoghi di lavoro in seguito al rogo di via Toscana nel dicembre 2013: un incendio gravissimo che costò la vita a sette operai cinesi che dormivano nella ditta dove lavoravano in un soppalco abusivo. Negli anni successivi questo schema di ditta-dormitorio sembrava praticamente sparito. I cinesi avevano capito che era rischioso e quindi avevano abolito almeno questa irregolarità. Dagli ultimi controlli, però, risulta che la "moda" dell’allestimento dei dormitori, come emerso da diverse verifiche, si stia riaffacciando.