La palazzina Biancalani con i suoi 104 posti letto, portati in dote come potenziamento del Santo Stefano, necessita, per entratre in funzione fra tre anni, di uno staff di almeno 129 sanitari. Di questi 75 dovrebbero essere infermieri ed i restanti 54 operatori socio sanitari. Almeno, questo il fabbisogno secondo un calcolo che si attiene alle raccomandazioni della Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche. Ma i numeri tendono ad assottigliarsi se si passa dal piano ottimale a ciò che mediamente avviene in Italia. Così i calcoli si ridimensionerebbero rispetto all’organigramma ideale e nel complesso la palazzina Biancalani potrebbe contare su 49 infermieri e 42 operatori socio sanitari. Un conteggio che la Funzione pubblica della Cgil di Prato inizia a fare, sebbene ci sia tempo prima di arrivare a parlare di personale. Un tema che sarà già sul tavolo delle contrattazioni con l’azienda sanitaria Toscana centro a partire dall’autunno. Un confronto indispensabile tra sindacati e Asl, partendo dalla carenza cronica di personale nelle strutture e nei servizi già attivi.
Ricordiamo che la palazzina esterna al presidio ospedaliero si svilupperà in quattro piani, di cui tre fuori terra. Al piano terra ci saranno 12 degenze del servizio di Salute Mentale ed un’area poliambulatoriale con 9 ambulatori. Il primo piano ospiterà 53 posti per la degenza di area medica di cui 4 per immuno-depressi in stanze singole. Il secondo piano sarà dedicato alla degenza oncologica con 15 posti letto, al day hospital oncologico con altri 24 posti letto e prevederà un’area ambulatoriale oltre al Laboratorio traslazionale e di Bioinformatica. Il cronoprogramma della maxi opera, affidata alla romana Nbi spa del gruppo Webuild, dal costo di circa 25 milioni di euro prevede 875 giorni di lavoro; la chiusura è fissata nel 22 novembre 2025. La palazzina sarà operativa con i servizi agli utenti dalla primavera 2026, dopo i collaudi e gli allestimenti con arredi ed attrezzature.
"L’iniziativa della costruzione della palazzina Biancalani non può che essere salutata come positiva. Con i 104 posti letto ospedalieri portati in dote alla sanità pratese si passa dagli insufficienti 540 a 644 posti letto con un valore medio di 2,5 letti ogni 1000 abitanti, uno 0,4 in più che dovrà significare, tra le altre cose, anche tempi di attesa per i pazienti più bassi rispetto all’attualità", osserva Sandro Malucchi, segretario generale Funzione pubblica Cgil Pistoia-Prato. Ma è chiaro che, una volta messa la prima pietra della grande opera, oltre alle mura si deve è puntare ad organizzare la forza lavoro necessaria per espletare i servizi previsti.
"Resta inteso che la palazzina Biancalani non potrà rimanere sguarnita di personale infermieristico e di operatori socio sanitari che peseranno, in una fase di compressione dei costi sanitari previsti nel documento di economia e finanza del Governo, per cifre che non potranno scendere sotto i 3,3 milioni di euro l’anno ma che potrebbero crescere fino a 4,7 milioni". Il sindacato annuncia il suo impegno a vigilare nel futuro "perché la palazzina Biancalani non diventi il cavallo di troia per far entrare soggetti imprenditoriali privati nel sistema di sanità pubblica ospedaliera".
Ritornando al conteggio, secondo la Fp Cgil, vediamo che rispetto al prospetto ’ottimale’ i 12 posti per la Salute mentale necessiterebbero di 18 infermieri e 18 operatori socio sanitari, in quanto il rapporto infermiere paziente i è di 1 a 4. I 53 posti letto di area medica necessiterebbero di almeno 33 infermieri compresi quelli per le sostituzioni ferie, malattie, maternità e di 27 oss. I 15 posti per l’area oncologica dovrebbero essere coperti dalla presenza di 9 infermieri e 7 oss mentre nel day hospital oncologico gli infermieri necessari sarebbero 15 e gli operatori socio sanitari 12. Dal mondo ideale a quello reale, probabilmente l’organigramma potrebbe essere il seguente: in area medica la palazzina Biancalani potrebbe contare su 22 infermieri e 18 oss, in oncologia su 6 infermieri e 5 oss, nel day hospital su 10 infermieri e su 8 oss, nel reparto di salute mentale su 11 infermieri e su 11 oss.
Sara Bessi