
"Smettiamola con queste commissioni, sono troppo elevate. Andrebbero eliminate del tutto. Non siamo contrari alla diffusione dei pagamenti digitali. Ma bisogna smetterla con tutte queste spese a carico di noi commercianti". La notizia dell’anticipo al 30 giugno dell’introduzione delle sanzioni nei confronti delle attività sprovviste di Pos (30 euro a transizione, oltre al 4% dell’importo per cui è stato rifiutato il pagamento elettronico) non sta lasciando indifferenti i commercianti di Prato. Colpa delle commissioni che i commercianti ritengono troppo salate. E’ vero che la singola attvità commerciale può contrattare una riduzione con la propria banca oppure chiedere di cancellare del tutto le commissioni entro una certa soglia di spesa da parte del cliente, ma il percorso è comunque in salita. "Recentement, il mio istituto ha deciso di azzerare le commissioni quando una transazione non supera i 10 euro", racconta Stefano Lotti, titolare della bottega La Fattoressa in via della Sirena. "E’ senz’altro una buona cosa, ma bisognerebbe che le commissioni venissero eliminate del tutto. Anche perché ci sono anche i costi di installazione e di gestione". "Commissioni troppo elevate? E’ un dato di fatto. Come è un dato di fatto che sempre più clienti facciano ricorso ai pagamenti digitali: per quanto mi riguarda hanno raggiunto il 70%", sottolinea Marta Castellano del negozio d’abbigliamento La Bottega Degli Artigiani in via Luigi Muzzi. "Sono sempre stato del partito dei favorevoli ai pagamenti digitali", aggiunge Romeo Stella, titolare della fumetteria Book Seller in via Jean Louis Protche. "Ma purtroppo mi capita addirittura di andare in rimessa in alcune situazioni, soprattutto quando si presentano persone che pagano con il bancomat o un’altra carta articoli che hanno un costo inferiore ai 5 euro". Da questo punto di vista, Devis Cuboni è piuttosto chiaro. "Servirebbe anche il buon senso dei clienti. Ad esempio, per consumare un caffè e una brioche non si può avere l’esigenza di pagare in modalità digitale sapendo che un esercente è poi costretto a sopportare determinate commissioni per quel pagamento. Detto questo, nel mio negozio quasi più nessuno ormai utilizza soldi contanti e accettiamo qualsiasi tipo di carta, fatta eccezione per l’American Express", afferma il titolare dell’omonimo negozio d’abbigliamento che si trova in Piazza del Duomo. "I pubblici esercenti - conclude Tommaso Gei del ristorante Il Capriolo di via Roma - sono fra i più colpiti da questo obbligo dei pagamenti digitali anche di fronte a spese minime. Occorrerebbe una mediazione con le banche, così da mitigare le commissioni, anche se non è semplice".
Francesco Bocchini