
Lo scontro dentro il Pecci Bini Smaghi a processo
Colpo di scena nella querelle fra la ex direttrice del Pecci, Cristiana Perrella, licenziata dal Centro di viale della Repubblica nell’ottobre del 2021, e il presidente della Fondazione per le Arti contemporanee in Toscana, Lorenzo Bini Smaghi. Il gip ha accolto l’opposizione all’archiviazione presentata dai legali della Perrella nei confronti di Bini Smaghi, indagato dalla Procura per diffamazione in seguito alla denuncia della stessa ex direttrice. La Procura, dopo un anno di indagini, ha chiesto l’archiviazione per Bini Smaghi ma Perrella si è opposta ottenendo ragione. Il giudice si è espresso nei giorni scorsi, dopo un’attesa di un mese e mezzo, disponendo "l’imputazione coatta" nei confronti di Bini Smaghi in quanto "gli atti del procedimento – scrive il giudice – depongono in modo serio per la sussistenza del reato di diffamazione".
In sostanza il gip ha disposto il processo per Bini Smaghi facendo una valutazione diametralmente opposta rispetto a quella del pubblico ministero pur avendo a disposizione gli stessi atti. A questo punto, la Procura dovrà limitarsi a fare l’imputazione e fissare la prima udienza.
A mettere in moto l’inchiesta era stata la stessa Perrella che querelò Bini Smaghi per "danno di immagine" chiedendo un risarcimento. Il tutto risale all’ottobre 2021 quando la direttrice venne licenziata in tronco dal cda che comunicò la decisione tramite un comunicato stampa, all’insaputa della diretta interessata. Fu un vero e proprio terremoto per il Pecci. Ma quello che mandò su tutte le furie Cristiana Perrella, oltre allo sgarbo istituzionale di venire a sapere del licenziamento dai giornali, fu l’intervento di Bini Smaghi in commissione controllo e garanzia che, a suo dire, fece dichiarazioni in diretta streaming (e quindi visibili da tutti) ledendo l’immagine e la professionalità della stessa ex direttrice e critica d’arte che era stata alla guida del centro Pecci per tre anni e mezzo. A buttare benzina sul fuoco erano state alcune dichiarazioni di Bini Smaghi dette in commissione. "Il museo Pecci, tra quelli della sua categoria, è quello più costoso e con meno visitatori. Nessuno ci viene ed è la bella addormentata dell’arte contemporanea italiana", aveva detto, aggiungendo: "Il museo ha bisogno di un cambio di passo che la direttrice non è stata in grado di dare. In questi due anni ci siamo riuniti ben 17 volte senza ottenere le risposte che avevamo chiesto sia in termini di programmazione dell’attività sia in termini di raccolta fondi dai privati". Frasi che la Perrella giudicò altamente lesive della sua immagine. Ora a decidere sarà un giudice.
Laura Natoli