
La competenza dei tessitori pratesi, la conoscenza profonda delle stoffe che si respira fin dalla nascita sulle rive del Bisenzio, unite all’ingegno e alla creatività hanno permesso di riportare a nuova vita l’abito di Isabella D’Aragona. Un abito regale in tessuto damascato color panna che è stato riprodotto a Prato sotto la supervisione di Roberta Orsi Landini, docente di storia del tessuto. Il progetto ha coinvolto Manifatture Digitali Cinema, Confartigianato Imprese e la Soprintendenza per il Comune di Napoli. Ventiquattro metri di stoffa sapientemente riprodotti durante i lunghi mesi della pandemia: un modo concreto di dimostrare le capacità del distretto e proporre Prato al mondo del cinema come polo per la creazione di abiti di scena. L’originale indossato da Isabella d’Aragona era in seta, le due copie riprodotte dai telai del Macrolotto invece sono composti da un ordito di 6600 fili di viscosa e una trama di cotone ritorto. L’idea è nata durante il master ’La stoffa dei sogni’, che si svolto a Manifatture Digitali Cinema nel 2020. In quell’occasione, la storica del costume, Roberta Orsi Landini, ha proposto ai funzionari delle Soprintendenze di riprodurre l’abito della duchessa Isabella d’Aragona, deceduta nel 1524 e tumulata nelle arche conservate nella sacrestia della chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli. Thessy Schoenholzer Nichols, esperta di sartoria antica, ha realizzato il cartamodello, i partecipanti al master hanno ricavato il disegno da riprodurre, mentre Gabriella Fabozzi, sarta esperta di Manifatture, dopo l’interruzione a causa della pandemia, ha portato a termine la confezione nel settembre 2021. La ditta tessile F.lli Poli, individuata da Confartigianato Imprese Prato, ha risolto i problemi che la riproduzione dell’abito presentava in quanto a tessuto e resa visiva. "Il risultato è un tessuto in damascato eccezionale riprodotto in maniera unica", conferma Luca Giusti presidente di Confartigianato Imprese. L’idea è quella di riuscire ad intercettare le produzioni cinematografiche: "Nel distretto ci sono tutte le maestranze per eccellere anche in questo settore: abbiamo le competenze, i macchinari, la fantasia. Credo che sia un’opportunità per i nostri artigiani di affacciarsi verso questo mercato, di nicchia, ma molto interessante", aggiunge Giusti.
L’abito in damasco bianco di Isabella d’Aragona è attualmente esposto accanto a quello originale, nella chiesa di San Domenico a Napoli, mentre nella sede di Manifatture Digitali Cinema è esposta una seconda riproduzione. "Il problema principale è stato trovare il macchinario giusto visto che i fili usati nel ‘500 erano di seta e molto fini, per cui ho realizzato una diversa composizione di trama e ordito che alla fine ha portato a un ottimo risultato", dice Stefano Poli della Tessitura Fratelli Poli. "Abbiamo realizzato diverse prove in un lavoro lungo mesi che alla fine ci ha dato una grandissima soddisfazione". Il know how pratese a servizio del cinema: "Abbiamo posto le basi per realizzare - chiude Francesca Conti, la responsabile del master - un servizio per le aziende che a Prato possono trovare le competenze necessarie per realizzare tessuti storici a costi accessibili".
Silvia Bini