
La resilienza, negli sportivi di alto livello, si manifesta dinanzi a infortuni o traumi familiari e personali. Un esempio su tutti è la vittoria a Tokyo 2020 di Gianmarco Tamberi, campione di salto in alto. Il 16 luglio 2015 Tamberi stabilisce un record italiano, saltando 2.39 metri ma alla fine della stessa gara decide di alzare l’asticella a 2.41: la caviglia non regge lo sforzo e si lesiona il legamento. Tamberi è escluso dalle Olimpiadi di Rio ed inizia per lui un periodo complesso: sta fermo un anno, tra riabilitazione e interventi, mentre è continuamente sotto i riflettori. Tutti pensano che non potrà tornare a gareggiare. Nonostante le critiche e l’infortunio, Tamberi continua a crederci: a Tokyo salta 2,37 metri. L’oro è suo. La stampa parlerà della sua impresa come "dell’estate d’oro italiana". Emblematica la storia della nuotatrice siriana Yusra Mardini, fuggita dalla guerra con una pericolosa traversata dell’Egeo. Durante il viaggio in mare, Yusra si è tuffata in acqua e, per oltre tre ore, ha nuotato per mantenere in equilibrio il gommone che stava imbarcando acqua. Rifugiata in Germania ha continuato a praticare nuoto in una piscina locale ed è stata poi selezionata tra le 10 atlete della prima squadra olimpica rifugiati a Rio 2016. Nulla è impossibile.