REDAZIONE PRATO

Licenziamenti al Pecci. Marcia indietro del cda. Reintegrati i lavoratori: "Ora piano di rilancio"

Esultano i sindacati che ritirano lo stato di agitazione in attesa di iniziare una discussione sul futuro del centro. La Regione aumenta il contributo annuale di 100.000 euro. Lunedì è atteso un nuovo vertice in Prefettura.

Licenziamenti al Pecci. Marcia indietro del cda. Reintegrati i lavoratori: "Ora piano di rilancio"

Vittoria dei sindacati e dei lavoratori. Il primo round sui licenziamenti del Pecci finisce a favore di Cgil e Uil: il cda della fondazione presieduto da Lorenzo Bini Smaghi ha fatto marcia indietro dopo nemmeno un mese ritirando il provvedimento del 28 agosto. È l’esito dell’incontro avvenuto ieri tra Regione e Comune - i due soci pubblici - insieme a cda e sindacati. Gli impegni assunti saranno formalizzati lunedì in Prefettura che già aveva convocato le parti per il tentativo di conciliazione previsto dalla procedura. I sindacati dal canto loro hanno ritirato lo stato di agitazione e lo sciopero in programma il 28 settembre in concomitanza con la preapertura della nuova mostra di Diego Marcon. Ora, quindi, le relazioni sindacali sono tornate sul piano della normalità e il confronto può ripartire anche perché, va ricordato, che all’origine dei licenziamenti c’erano i conti in rosso.

"Reputiamo una vittoria la revoca dei licenziamenti sia per le organizzazioni sindacali sia per la città – commentano Alessio Bettini della Fp Cgil e Patrizia Pini della Fp Uil –. Adesso aspettiamo l’incontro in Prefettura di lunedì per la ratifica degli impegni e poi iniziare un confronto sul futuro". Le relazioni si distendono in attesa di riaprire il tavolo di confronto che partirà proprio dall’analisi dei conti del 2023 e dalla nuova organizzazione che la Fondazione intende dare al museo. Del resto c’è da lavorare: la decisione di licenziare due dei 18 dipendenti lo scorso 28 agosto era fondata sui conti che non tornano nel bilancio 2022. Il passivo nel consuntivo è stato di 322.000 euro, dovuto anche all’aumento del 300% dei costi delle bollette dell’energia (passati da 167.000 euro a 440.000).

Una bufera che servirà (si spera) per rimettere in carreggiata un museo che nell’ultimo anno ha macinato davvero pochi visitatori: nel 2022 gli ingressi alle mostre sono stati solo 15.194, di cui quasi 6.800 gratuiti e 7.100 ridotti. Quindi soltanto 1300 persone sono entrate pagando un biglietto intero. I ricavi per le mostre sono stati appena 56.250 euro, quelli per il cinema 20mila (con 3.400 presenze), per gli spettacoli 31mila (4.500 presenze), per le visite guidate 9mila. La Regione intanto ha annunciato la volontà di aumentare lo stanziamento in favore del Centro di arte contemporanea di 100.000 euro portando quindi la cifra totale a 750.000. Una somma già prevista nella variazione di bilancio, che riporta il contributo quasi ai livelli 2020, pre tagli. Anche iI Comune si è impegnato ad aumentare lo stanziamento che ad ora è di 1,2 milioni di euro l’anno. Resta da capire se i maggiori trasferimenti saranno una tantum oppure verranno stabilizzati. L’impegno economico è stato messo nero su bianco al termine dell’assemblea: "I soci pubblici, da parte loro, si sono impegnati ad aumentare il contributo per la Fondazione stessa", si legge nella nota inviata da palazzo Strozzi Sacrati (all’incontro di ieri convocato dal presidente della Regione e dal sindaco Biffoni, hanno partecipato anche il presidente della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana, Lorenzo Bini Smaghi e l’assessore alla cultura Simone Mangani).

"Non posso che esprimere soddisfazione per l’esito dell’incontro. Un ringraziamento va al presidente Giani che fin da subito aveva garantito che si sarebbe impegnato nella vicenda", commenta Ilaria Bugetti presidente della commissione regionale Sviluppo economico. "Regione, Comune e sindacati hanno lavorato in sinergia: in questo momento è la scelta migliore per confermare l’importanza che il Centro per l’arte contemporanea rappresenta per la Regione".

"Siamo molto soddisfatti. Siamo arrivati a una svolta positiva per la città e per i lavoratori grazie alla determinazione dei sindacati, del sindaco e del governatore", aggiunge Marco Biagioni, segretario provinciale del Pd di Prato.

Silvia Bini