Le stragi di mafia Un diario civile trent’anni dopo

La storia di Falcone e Borsellino in uno spettacolo prodotto dal Met e in finale al concorso In Box

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A pochi giorni dal trentennale della strage di Capaci (23 maggio) e della strage di Via d’Amelio (19 luglio), il teatro Metastasio ricorda l’impegno di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con "L’ultima estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo", spettacolo tra i finalisti del concorso In Box, in scena a Siena domani alle 18.15 al Teatro dei Rozzi. Si tratta di uno lavoro di Chinnicchinnacchi Teatro che, dopo varie anteprime, il debutto a Catania lo scorso mese e alcune piazze siciliane, ha iniziato una lunga tournée estera r in collaborazione con la direzione generale per la diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Dopo aver già toccato Albania e Grecia, lo spettacolo sarà all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi (23 maggio), alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in Lussemburgo (9 giugno), e proseguirà tra festival estivi italiani e nuove tappe estere autunnali, ancora in Francia e poi in Germania, Inghilterra (a Prato lo spettacolo sarà nella stagione 20232024).

Prodotto dal Metastasio in collaborazione con Chinnicchinnacchi Teatro e Collegamenti Festival, scritto da Claudio Fava (Presidente commissione antimafia in Sicilia e già autore della sceneggiatura "I 100 passi"), diretto da Chiara Callegari e interpretato da Simone Luglio e Giovanni Santangelo, "L’Ultima estate" ripercorre gli ultimi mesi di vita dei due magistrati siciliani e, attraverso fatti noti e meno noti, pubblici e intimi, racconta fuori dalla cronaca e lontano dalla commiserazione la forza di quegli uomini, la loro umanità, il loro senso profondo dello Stato, ma anche l’allegria, l’ironia, la rabbia e, soprattutto, la solitudine a cui furono condannati. Un racconto che li sottrae all’apparato celebrativo che ha fatto di loro delle icone e li restituisce nella dimensione più autentica e quotidiana, che nulla toglie al senso della loro battaglia, ma li completa come esseri umani. È il diario civile di due uomini, non di due eroi. "Un mosaico - dice la regista - di eventi, un delicato intrecciarsi di momenti ironici e amari, pubblici e intimi. I due protagonisti si interrogano e si raccontano, si confrontano con lo spettatore, portandolo a rivivere momenti fondamentali della loro amicizia, oltre che della storia del Paese. Si parte dalla loro morte".