Le corsie si svuotano Infermieri in fuga "Stipendi troppo bassi e tante responsabilità"

Il presidente dell’Ordine di Prato lancia l’allarme sul futuro "E’ una professione poco valorizzata, in tanti scelgono l’estero . Scarse possibilità di carriera e busta paga media di 1400 euro". .

Le corsie si svuotano  Infermieri in fuga  "Stipendi troppo bassi  e tante responsabilità"

Le corsie si svuotano Infermieri in fuga "Stipendi troppo bassi e tante responsabilità"

Mancano i medici, ma c’è una carenza sempre più evidente di infermieri. Una criticità con la quale anche Prato si deve confrontare e si dovrà confrontare quando sarà realizzata la palazzina esterna dell’ospedale. Ma non solo. Il primo scoglio, che si ripresenta ogni anno nel periodo estivo, sono le ferie da far fruire agli infermieri in organico. "Al momento non emergono grosse problematiche, sebbene la situazione sia sempre precaria - afferma Gabriele Panci, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche - L’ultima stima della Federazione nazionale parla di una carenza di 70mila unità in Italia. La professione non è più attrattiva come un tempo: mentre qualche anno fa il corso di laurea infermieristica esplodeva, ad oggi notiamo una contrazione molto forte". I motivi? "Ce ne sono almeno due: la qualità del lavoro che è calata e la remunerazione economica. E’ difficile pretendere che un giovane voglia investire in un lavoro dove lo stipendio è ai minimi storici e le prospettive di carriera sono limitate. In Italia, nonostante oggi l’infermiere sia un laureato, non si punta alla valorizzazione della professionalità", spiega Panci.

Quanto guadagna di base un infermiere? "Lo stipendio è di media pari a 1.400 euro al mese, ci sono pochi scatti. Dopo anni e anni di servizio può arrivare a 2mila euro al mese. In Europa siamo quelli meno pagati, il 40% in meno rispetto agli altri Stati - prosegue Panci - Altri motivi che fanno rinunciare alla professione sono i costi della formazione, come pure le tante responsabilità che pesano addosso all’infermiere. Il periodo del covid ci ha insegnato quanto sia importante il ruolo del personale sanitario e quanti sacrifici richieda".

Tutte ragioni che hanno alimentato la i fuga di infermieri all’estero. "Da anni sono molti coloro che scelgono di accettare offerte di lavoro all’estero, come in inghilterra, in Germania o in Svezia. Sono ricercati gli infermieri italiani per la buona formazione universitaria". E per la carenza in Italia come fare? Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha aperto alla possibilità di ingaggiare professionisti dall’estero. "Può essere una soluzione tampone - chiosa Panci - ma non può essere la risposta al problema. Ne va della qualità della professione e del rapporto con i pazienti, mentre i lavoratori stranieri posseggono attestati senza valore. Immaginiamoci quanti problemi di comprensione per la barriera linguistica".

La regione Toscana sta cercando di rendere più appetibile sia il lavoro dei medici che degli infermieri. Tra i settori di maggior stress c’è quello della medicina d’urgenza, al pronto soccorso. Per gli infermieri del pronto soccorso la Regione ha deciso di riconoscere un’indennità lorda di 90 euro. Come pure l’Asl dovrebbe fare maggiore chiarezza sull’impiego degli infermieri sulle ambulanze 118. La riforma regionale del servizio di emergenza ha istituito anche nel pratese un maggior numero di ambulanze India, quelle con infermiere. "Ci vorrebbe un po’ di coraggio per far conoscere le competenze che gli infermieri hanno in materia di soccorso in emergenza. E’ importante dotare il territorio di ambulanze che possano arrivare quanto prima a casa per dare il primo soccorso. Oggi per i soccorsi in emergenza si lavora seguendo protocolli. Infermieri e medici seguono la stessa specializzazione; anche gli infermieri usano medicinali salvavita. Nel caso di un infarto, l’infermiere dell’emergenza fa l’elettrocardiogramma e teletrasmette il tracciato alla centrale operativa. Qui viene letto da un medico. Il primo step è sapere gestire l’emergenza, poi a cascata si può attivare la rete dei soccorsi dei livelli più avanzati".

Sara Bessi