REDAZIONE PRATO

"Lavoro e sanità, con Giani il vero sviluppo"

Antonio Longo, capolista di Italia Viva: "Nel centrodestra ormai ha preso il sopravvento il populismo, in tanti ci voteranno"

Antonio Longo, 36 anni, consulente finanziario, è il capolista di Italia Viva a Prato per il consiglio regionale. E’ stato in Comune per due legislature come consigliere dal 2009 al 2019: durante il mandato di Roberto Cenni e nel corso della prima giunta Biffoni.

Perché è passato da una lista civica di centrodestra a candidarsi in Italia Viva, nel centrosinistra?

"Sono uscito dal mondo della destra perché lo spazio per noi moderati non c’era più. Purtroppo ormai il populismo ha preso il sopravvento. Dovevamo sottostare alle scelte imposte dalla Lega, come successo con la candidatura alle comunali di Daniele Spada. Per questo mi sono fatto da parte per un periodo. Poi a ottobre mi hanno invitato alla Leopolda e ho trovato la mia collocazione politica, grazie a Renzi che ha costruito uno spazio per i moderati".

Siete stati fra i pochi a portare i big del partito a Prato. Sono venuti Renzi e Bonetti. Ora arriveranno Boschi (domani alle 18,30 in piazza del Pesce), Marattin e Nobili. Sperate nel traino nazionale?

"Non sono visite elettorali ma dimostrazioni di vicinanza fra le competenze parlamentari e i problemi del territorio. Abbiamo parlato di famiglia, infrastrutture, sport, associazionismo economia. Noi non vogliamo riempire le piazze con slogan vuoti. Ma ascoltare cosa ha da dire il territorio".

Renzi dice che Giani può vincere solo grazie a Italia Viva… "Siamo l’unica forza riformista moderata d’Italia. Ci voteranno tanti dal centrodestra, tanti ex Forza Italia, ma anche i delusi dall’alleanza nazionale fra 5 Stelle e Pd".

Quanti voti prenderà Italia Viva a Prato?

"Puntiamo alla doppia cifra per aiutare la vittoria dei riformisti in Toscana. Noi siamo la proposta del fare. Penso che anche a destra ci siano tanti moderati stanchi del populismo della Ceccardi e del suo no al Mes".

Renzi è uno dei principali sostenitori dell’ampliamento di Peretola. Lei che ne pensa?

"Ne ho parlato più volte con Matteo. La pista tanto per farla non ci interessa. Serve un progetto complessivo, non una cattedrale nel deserto. La pista parallela può essere utile solo se viene affiancata dalla tramvia Peretola-Pecci, casomai allungandola col tempo fino a Pistoia. E poi con la terza corsia dell’autostrada e con un collegamento diretto per le merci dall’aeroporto all’Interporto di Gonfienti. Se gli abitanti della Piana credono nello sviluppo della Toscana, allora questo passa dall’aeroporto, accompagnato da infrastrutture adeguate". Parliamo del programma elettorale. Qual è la vera priorità per Prato?

"Sanità e terzo settore. La crisi Covid ci ha insegnato l’importanza di un sistema di sviluppo territoriale a livello di cure. Un percorso che la Regione ha già ben iniziato con le Case della Salute. Sia chiaro: questo sistema di sviluppo senza Giani governatore non esisterà".

Di cos’altro ha bisogno Prato? "Di lavoro. Bisogna remare tutti dalla stessa parte. Dobbiamo portare avanti le politiche nazionali sulla decontribuzione, così da aiutare le aziende a effettuare nuove assunzioni, casomai anche con meccanismi di smart working. Ho già proposto a Giani l’istituzione di una specifica commissione in Regione per rivedere tutte le procedure e la burocrazia. I rapporti fra imprese, amministrazioni e cittadini devono essere più snelli".

L’anno scorso a Prato ci fu un boom del centrodestra alle Europee e la vittoria di Biffoni alle amministrative. Stavolta come andrà a finire?

"A Prato vince il centrosinistra. Perché ci sono candidati più preparati e più spendibili sul territorio. Dal centrodestra non ho visto una proposta. Noi invece puntiamo alla concretezza della politica".

Stefano De Biase