
di Silvia Bini
"Sono pronta a incontrare chi protesta. Ma francamente devo ammettere che in tanti anni non mi era mai capitato qualcosa del genere". Rita Gaeta, dirigente della scuola primaria Pizzidimonte, apre le porte del suo istituto. Dieci classi nelle quali studiano oltre 220 bambini da 6 a 10 anni di età. "Le aule sono state modificate per rispettare le norme Covid: al piano terra sono state abbattute alcune pareti e da due stanze ne abbiamo ricavata una unica, molto più grande", spiega la dirigente. "Adesso abbiamo stanze anche troppo grandi, ma credo sia meglio avere più spazio che mettere a rischio la salute dei bambini. Non posso che ammirare una realtà come quella di Pizzidimonte dove le insegnanti hanno fatto i salti mortali perché a settembre fosse tutto pronto: hanno spostato librerie e sistemato gli arredi volontariamente durante le loro ferie".
Una realtà al centro della protesta di un gruppo di residenti infastiditi dai rumori che provengono dalla scuola. Schiamazzi e chiacchiere di bambini che nel momento della ricreazione - alle 10,30 e alle 14 - escono per una mezz’oretta in giardino. Ma anche rumori provenienti dalle classi perché adesso, dopo i lavori di ampliamento dei locali, le maestre sono costrette ad utilizzare il microfono per farsi sentire dai bimbi seduti all’ultimo banco. Distanze e mascherine in effetti non aiutano. Ed è stata proprio questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso e spinto alcuni residenti a recarsi perfino in Comune per lamentarsi del caos proveniente dalla scuola. Parcheggi, viabilità in tilt e schiamazzi sono le principali problematiche di cui si sono lamentati. "Sono disponibile ad incontrare chiunque, ma non credo che si possa attaccare una scuola elementare perché i suoi bambini provocano frastuono o infastidiscono: la scuola è una realtà fondamentale della frazione, ne è parte integrante tanto da essere incastonata tra le case", spiega Gaeta. "D’altro canto se si cerca il silenzio assoluto allora è meglio non vivere in comunità, meglio scegliere una casa isolata in campagna". I bambini, anche a causa delle norme imposte dalla pandemia, restano in classe per la gran parte delle ore, dalla mattina alle 8,30 fino all’uscita delle 16,30 "Quando è bel tempo li portiamo in giardino divisi a gruppi", spiega Romina Fiaschi, fiduciaria di plesso. "Si tratta al massimo di 20 minuti di svago necessari perché non possiamo tenere sempre in classe i bambini. Dovranno pur sgranchirsi le gambe e giocare". Per poter destinare più spazi alle aule la scuola ha dovuto rinunciare alla mensa, e così adesso il pranzo viene servito in classe. "Probabilmente il problema è che adesso abbiamo collocato alcune aule anche nella parte della scuola che si trova più vicina alle abitazioni, al contrario di quanto avveniva lo scorso anno. Ma il microfono delle insegnanti è tenuto a volume molto basso, non utilizziamo casse né amplificatori per musica o altro, non vedo cosa ci sia da lamentarsi", aggiunge la vicepreside Barbara Tozzi. "Vorrei sottolineare che questa scuola si trova qui da quasi 50 anni, probabilmente c’era addirittura prima che fossero costruite le abitazioni". La protesta dei residenti ha sollevato la reazione dei genitori della scuola Pizzidimonte: in 222 - tra mamme e babbi - hanno firmato una lettera inviata, come abbiamo raccontato lunedì, al sindaco Biffoni in difesa dell’operato della scuola. Anche molti residenti della zona si sono dissociati dalla protesta: sulla pagina Facebook della frazione sono decine i commenti a favore della scuola elementare e dei suoi piccoli studenti.