
La scuola dell’industria Buzzi, 137 anni di storia Ora istituti tecnici in crisi "Ragazzi, fatevi avanti"
Centotrentasette anni di storia da difendere e tramandare. Cuore della mattinata che ha raccolto dirigenti scolastici da tutta Italia, la Regione, Confindustria, Pin e politica è stato il convegno organizzato al Buzzi "Gli Istituti ottocenteschi di istruzione tecnica per la moda, testimoni d’innovazione del manifatturiero italiano". Un momento di confronto più ampio per riportare l’attenzione sulle scuole tecniche e sull’importanza che hanno ricoperto e che ricoprono tutt’ora per il manifatturiero, cuore pulsante dell’economia italiana e di Prato in particolare. "L’istruzione tecnica è strategica per il manifatturiero – sottolinea il dirigente del Buzzi, Alessandro Marinelli che ieri ha fatto da padrone di casa –. Questa prima giornata è un punto di partenza per una discussione di carattere nazionale. La presenza oggi delle associazioni di categoria e delle istituzioni testimonia l’importanza del dialogo tra scuola e imprese. Non c’è futuro per le aziende senza un diretto coinvolgimento della scuola nella formazione dei futuri imprenditori del domani che proprio al Buzzi studiano e si formano ormai da decenni". La volontà del dirigente Marinelli, che ha organizzato la mattinata di confronto, è quella di mettere l’accento sulle scuole tecniche che nell’ultimo ventennio hanno sofferto di una svalutazione rispetto ai licei. Le famiglie e i ragazzi hanno prediletto la formazione accademica a scomputo di quella tecnica, una scelta che adesso si rivela un problema per il futuro del settore. Il tessile dà opportunità, ma a livello nazionale e Prato non fa eccezione, si registra un calo delle iscrizioni alle scuole tecniche. Oggi l’invito di istituzioni e imprese è quello di invertire la rotta: il 57,1% rispetto al 56,6% di un anno delle iscrizioni al prossimo anno scolastico è per i licei mentre le iscrizioni ai tecnici rispetto all’anno passato sono rimaste pressoché invariate (dal 30,7% al 30,9% del totale degli studenti).
"C’è stato un tempo, anni addietro, in cui si diceva che il settore moda era morto scoraggiando i giovani ad avvicinarsi alla professione. Purtroppo è stato un grande errore, il tessile stava cambiando pelle e le aziende che hanno saputo innovare e guardare all’economia circolare oggi sono più forti che mai", spiega Marinelli. "Il Buzzi con una lunga storia alle spalle è oggi al passo coi tempi e risponde al mondo del lavoro perché la scuola si è costantemente innovata adattando i percorsi di studio al mondo dell’impresa".
L’Istituto Buzzi, nato nel 1886 come Regia scuola per le industrie tessili e tintorie, per iniziativa del Comune di Prato, ha assunto successivamente la denominazione di Istituto nazionale di chimica tintoria e tessitura (1921) e, a partire dal 1933, quella di Istituto tecnico industriale che dal 1927 è dedicato al ricordo di Tullio Buzzi, che della scuola fu prima docente (1887) e poi direttore per trenta anni, fino al 1926, contribuendo in modo decisivo alla crescita dell’Istituto e del suo prestigio in sede nazionale.
Silvia Bini