
"Ci dispiace se i nostri figli vi disturbano. Non avremmo mai immaginato che gli schiamazzi e le urla di bambini felici a scuola potessero sollevare tanta grettezza". E’ la risposta indignata dei genitori dei piccoli alunni della scuola di Pizzidimonte al gruppo di residenti della zona della Querce che hanno presentato una petizione al Comune e alla scuola – come riportato ieri dal nostro giornale – perché "disturbati" dalle grida dei bambini a scuola. Una situazione su cui la dirigente scolastica, Rita Gaeta (la scuola fa parte dell’istituto comprensivo Pier Cironi) ha già replicato dichiarandosi "allibita" di fronte alle proteste. "I bambini sono gioia, evidentemente la pandemia ha reso alcune persone più suscettibili", ha tagliato corto la preside. A rincarare la dose arriva oggi l’indignazione delle famiglie dei piccoli che hanno firmato (222 fra mamme e babbi) una lettera indirizzata al sindaco, all’assessore all’Istruzione e alla scuola come replica alla petizione dei residenti. "Abbiamo scoperto dal giornale che i nostri bambini sono ’troppo rumorosi’: accade anche questo nei giorni del Covid – scrivono i genitori – Siamo Increduli di fronte all’egoismo, alla meschinità, all’assurdità di certe richieste. I bambini parlano, ridono. A volte urlano, litigano, piangono, fanno rumore. Secondo questo principio i bambini danno fastidio al supermercato, sulla spiaggia, in chiesa, al campo sportivo. È un grave problema da risolvere, questo, per la comunità intera", ironizzano.
I genitori ricordano come l’esperienza del lockdown abbia messo a dura prova i genitori ma anche i bambini. "Il silenzio c’è stato – aggiungono –. Assordante. Abbiamo maturato la consapevolezza che la comunità educante è per noi indispensabile e che il tempo scuola dei nostri bambini ha un valore immenso e insostituibile". Poi parlano di "sconforto". "Ci avvilisce – proseguono – che tutto questo si verifichi nel nostro quartiere. La scuola è il salvagente in questo dramma comune. In tutta Europa e in tutta Italia il diritto alla scuola è sancito come priorità. I bambini sono già fortemente penalizzati dalla pandemia. Stanno vivendo una scuola diversa, fatta di costrizioni, mascherine indossate di continuo, minori opportunità formative e ricreative. La comunità educante della nostra città ha dato prova di grande tenuta e capacità. Un numero esiguo di residenti ha mostrato invece grettezza e individualismo. Non diamo credito e non diamo voce alla parola di pochi. I residenti della Querce non si riconoscono in questo limitato gruppo di persone. Ci rivolgiamo quindi alle Istituzioni del nostro Comune e del nostro quartiere, come cittadini e come genitori, certi che i diritti dei nostri bambini saranno tutelati".
L.N.