La Regione ai cancelli dell’Iron & Logistics "Bisogna dialogare. Fermate la violenza"

Incontro fra i manifestanti Si Cobas e Fabiani, consigliere per il lavoro di Giani. Dall’azienda denunce per minacce e aggressioni

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La Regione Toscana si è mossa nel momento di massima tensione scoppiata fra i manifestanti del Si Cobas e gli altri dipendenti della Iron & Logistics. Giovedì pomeriggio, dopo che uno degli ex operai è rimasto ferito in un tafferuglio durante l’uscita dei camion dalla fabbrica (ha riportato una ferita da taglio ad una mano e un trauma cranico con prognosi di 12 giorni), e dopo che i manifestanti hanno occupato l’azienda, Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali di Eugenio Giani, si è presentato ai cancelli di via Ciulli. A chiamarlo sono stati gli operai licenziati della Iron e Logistics. "Faccio appello a mantenere la calma nell’interesse di tutti", ha detto ricordando che e"la Regione ha convocato una riunione plenaria in palazzo Strozzi Sacrati a cui, alla luce di questi ultimi fatti, sarebbe opportuno che l’azienda partecipasse". Fabiani sottolinea che "resta l’amarezza per l’accaduto e per quello che ho visto, compresi i fazzoletti insanguinati per terra" esprimendo "la ferma condanna a ogni atto di violenza e aggressione, certo che i responsabili saranno trovati e puniti". I Si Cobas in una nota stampa sostengono che "fra gli aggressori alcuni dipendenti fedeli e alcuni ignoti arrivati lì per picchiare" e che "l’aggressione aveva lo scopo di far uscire due camion carichi di macchinari smantellati". L’occupazione della fabbrica, iniziata a metà pomeriggio, è terminata durante la notte, dopo l’incontro con Fabiani. "La Regione ha preso in carico questa vicenda poiché abbiamo ritenuto di provare a dare una mano con l’obiettivo di ripristinare un corretto confronto fra le parti e dare lavoro a chi lo ha perso", chiosa Fabiani. C’è attesa per il tavolo di mediazione convocato in Regione per lunedì. Il consigliere invita la Iron & Logistics "di evitare azioni unilaterali e forzature e di sospendere il processo di svuotamento dello stabilimento evitando di aumentare un clima di tensione e consentendo alle istituzioni di svolgere il proprio ruolo". I Si Cobas chiederanno il reintegro dei 22 licenziati ed il ripristino degli impianti produttivi. Il legale della proprietà, Lisa Monni, fa sapere che "oggi nessuno dei dipendenti è andato allo stabilimento perché temono per la incolumità personale. Sono state presentate denunce-querele per i fatti di giovedì: alcuni dipendenti si sono rivolti al pronto soccorso". Sono state presentate denunce anche per minacce "come hanno fatto il dirigente dell’azienda, il preposto e un’altra dipendente". Annunciate altre denunce "perché alcune auto in sosta nell’azienda sono state coperte con sacchi dell’immondizia e sono state danneggiate". Ieri "è saltata anche l’ispezione dell’Ispettorato del lavoro per l’impossibilità di aprire lo stabilimento".

Sara Bessi