La produzione col freno tirato. Il tessile chiude un anno nero: "La ripresa arriverà da metà 2024"

I numeri forniti dal Centro studi evidenziano tutti i problemi emersi nel 2023 per il manifatturiero. Romagnoli: "Sull’ultimo trimeste gli effetti dell’alluvione". Sarti: "Il caso moda legato a fattori internazionali".

La produzione col freno tirato. Il tessile chiude un anno nero: "La ripresa arriverà da metà 2024"

La produzione col freno tirato. Il tessile chiude un anno nero: "La ripresa arriverà da metà 2024"

I numeri confermano ciò che si sapeva già molto bene: il 2023 è stato un anno dalla performance poco brillante per quanto riguarda la produzione industriale, dopo l’exploit del 2022. In particolare per Prato la flessione ha toccato il -4,8% contro le perdite più contenute di Pistoia e Lucca (-0,8% e -1,2%). A rivelarlo sono i dati elaborati dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord sulla produzione manifatturiera incentrati sul 4° trimestre, che si è chiuso a -3,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Male per il tessile pratese che chiude a -7,8%, ma spera grazie alle previsioni positive degli ordinativi esteri nel primo trimestre 2024. "La manifattura pratese è passata da un primo trimestre di poco positivo, +0,3%, ai -2%, -7,9% e -9,7% dei successivi, arrivando a una chiusura a -4,8% sul 2022 - commenta Fabia Romagnoli, vicepresidente di Ctn - Sul quarto trimestre si sono manifestati i danni dell’alluvione di novembre. E’ il tessile a determinare in gran parte l’andamento complessivo, chiudendo l’anno a -7,8% dopo un terzo e un quarto trimestre con contrazioni dei volumi di produzione superiori al 10%". Andamento in calando anche per la meccanica, in gran parte meccanotessile, "chiudendo a -4,1%, dopo un +6,6% del 2022". Per Romagnoli "peculiare la prestazione dell’abbigliamento-maglieria: il 2023 si era aperto con un +15,9% del 1° trimestre, dimezzato a quota +8,7% nel 2° trimestre, mentre la seconda metà dell’anno è stata quasi uniformemente in calando (-3% il 3° trimestre, -2,9% il 4°)". Il bilancio si assesta a "un +4,7% verso un 2022 che aveva segnato +3,4%, con previsioni per il trimestre in corso non ottimistiche, soprattutto per il mercato estero. Un anno opaco per Prato: nel 2024 si nutrono aspettative per il secondo semestre".

Per Maurizio Sarti, presidente della sezione Sistema moda "l’abbigliamento-maglieria è rimasto in territorio positivo: +1,3% rispetto al 2022, che a sua volta era a +2%. Il tessile chiude a -7,8% su un 2022 che aveva segnato +8,7%. Gli andamenti, sebbene il tessile pratese abbia subito i danni dell’alluvione, sono in linea con i dati nazionali". E aggiunge: "Il caso-moda non è solo locale ed è dovuto a vari fattori che vanno dalla scarsa fiducia di mercati che soffrono le instabilità internazionali a una competitività compromessa da costi energetici ancora alti, trasporti onerosi e dalle tante penalizzazioni di un sistema Paese complicato". Secondo Federico Albini, sezione Trasporti e logistica, "potrebbe essere un momento di tempesta perfetta con la crisi di Suez che pare crescere di intensità; con i limiti ai collegamenti transnazionali, e con i valichi alpini che potrebbero gravare sulla fluidità del traffico. A livello locale osserviamo un sistema viario in difficoltà". Il 2024 è un anno anche di rinnovo per Ctn: con le consultazioni dei soci dell’11 e 12 aprile saranno rinnovati i Consigli di sezione, con i loro rispettivi presidenti, e il Consiglio generale dell’associazione. Per il Consiglio di presidenza il rinnovo avverrà nel 2025.