Non solo gli scatti di Sam Emerson, immagini che raccontano 40 anni di storia della musica e che hanno fatto il giro del mondo. Oltre alla mostra "Living the dream", dedicata al grande fotografo americano, Il Garibaldi Milleventi dal 1° al 13 settembre ospita un’altra esposizione da scoprire: è "FrontOnBack:Stage", una galleria di scatti di Antonio Viscido. Appassionato sin da piccolo di musica, Viscido si è ritrovato nei sottopalchi di centinaia di concerti come fotografo professionista quasi per caso. Prima ai piccoli concerti di amici e gruppi della scena indipendente fiorentina e toscana, piccoli club, fino agli eventi più importanti a livello nazionale in grandi arene, palasport e stadi. La cosa che non è mai cambiata è il suo modo di guardare gli artisti: può essere la più importante rock star o la band che calca le tavole del palco per la prima volta, per lui sono la stessa cosa e cerca di scoprirne, mentre si esibiscono, la loro essenza. Autodidatta, è cresciuto "fotograficamente" guardando le foto di Armando Gallo, fotografo dei Genesis, di Guido Harari tra gli italiani e le opere di Kevin Cummins e Anton Corbijn, che con i loro bianchi e neri hanno raccontato la storia della musica inglese dalla fine degli anni ’70 in poi. Dopo un paio d’anni di gavetta "amatoriale", nel 2010 grazie a una foto dei Baby Blue, è diventato fotografo di Rolling Stone Italia per la Toscana. Dopo alcuni anni di collaborazione è passato nella squadra di Classic Rock Italia, con i quali tuttora collabora.
"In più di dieci anni di fotografie ai concerti – racconta –, ci sono migliaia di scatti fatti dal punto di vista privilegiato del sottopalco. In tutti questi anni sono nate delle relazioni, delle amicizie con alcuni musicisti della scena italiana, che mi hanno consentito di guadagnarmi la loro fiducia e avere la possibilità di accedere e fotografare non solo il concerto dal sottopalco, ma anche nel backstage, durante le prove, nei camerini e spesso mi consentono di salire, con discrezione, anche sul palco durante la loro esibizione". L’idea di questa mostra nasce durante la fase del post Covid. "Il pubblico dei concerti era costretto a restrizioni a volte assurde – ricorda Viscido –. Tutti seduti, senza poter ballare, spesso con la mascherina indossata, senza poter realmente cantare. Avevo il privilegio di potermi muovere ovunque. Con le mie foto volevo condividere questo privilegio con il pubblico".