"Il numero di automobili in circolazione nell’area metropolitana è eccessivo rispetto alla capacità di tenuta del traffico delle strade del territorio. Quindi l’unica carta da giocarsi a breve-medio termine è quella di diminuire i flussi di traffico attraverso un trasporto pubblico efficiente. Quello su gomma deve essere strutturato in maniera moderna e non più con i bus superiori a dieci metri di lunghezza. Mentre quello su ferro deve avere un’ossatura rilevante: mi riferisco sia al treno che al metro-tram. Una simile organizzazione significherebbe trasportare con i mezzi pubblici grossi flussi di persone e diminuire il traffico privato, come d’altronde dimostra la tranvia a Scandicci. Strutturarsi in questo modo libererebbe dal traffico di attraversamento l’autostrada, la declassata e le sue strade di collegamento, ma anche la direttrice Ponte Datini, viale Borgovalsugana, via Firenze".
Il presidente di Aci Prato, Federico Mazzoni interviene così nel dibattito sul futuro metro-tram Pecci-Peretola lanciato dal governatore Eugenio Giani, e che il prossimo 31 ottobre sarà candidato ai finanziamenti messi a disposizione dal ministero delle Infrastrutture. Un progetto articolato che coinvolgerà e congiungerà Prato, Campi Bisenzio, Osmannoro e Peretola.
Mazzoni ci spieghi il suo giudizio favorevole...
"Prato e l’area metropolitana hanno bisogno di agire sui grandi numeri. E di farlo in tempi ragionevoli. Ogni giorno passa dall’autostrada l’equivalente del parco mezzi residente di Prato. Numeri impressionanti che portano a un congestionamento complessivo del traffico. Spostare grandi flussi su ferro, tra l’altro in sede propria, garantisce meno traffico e tempi certi d’arrivo a destinazione".
L’appoggio al progetto da parte di Aci va anche oltre.
"Esatto. Dalle parole di Giani emerge la inevitabile necessità di impostare qualsiasi ragionamento sulla mobilità e sulle infrastrutture su un ambito tecnicamente significativo, sicuramente sovra-comunale e, in questo caso, ultra-provinciale. Con tanti saluti ai Piani urbani di mobilità sostenibile comunali che non servono a niente".
Le previsioni della Regione sono quelle di un’opera da realizzare in tempi rapidi.
"I tre anni di lavori ipotizzati dal governatore li interpretiamo come un più prudente "meno di dieci", che sarebbe largamente migliorativo rispetto a ciò che abbiamo visto fino ad oggi nell’ambito delle infrastrutture anche minimamente eccedenti lo stretto ambito locale, ma spesso anche per progetti di ambito strettamente cittadino". Da tempo Aci Prato ha un’idea ben precisa sugli studi sul traffico.
"C’è la necessita’ di individuare un Bacino di Mobilità, sul quale studiare i fenomeni, pianificare le azioni, progettare le opere e svolgere una gestione coerente e coordinata. Ciò non può essere fatto entro i confini comunali e richiede la definizione, anche amministrativa e conseguentemente procedurale, di una entità di Ambito Ottimale, governata da una Autorità di Bacino che disponga dei mezzi e dell’organizzazione delle sue omologhe, che agiscono con successo da decenni in tutto il mondo".
re. po.