
La maxi frode delle auto di lusso Compra online e rivende su WeChat Giro illegale da 3 milioni: in manette
Ordinava le auto di lusso on line e le rivendeva su We Chat. Aveva messo in piedi un giro di affari molto redditizio che in tre anni, fra il 2019 e il 2021, gli ha fruttato ben tre milioni di euro grazie a una falsa identità, una società fantasma che fatturava le compravendite e documenti contraffatti. In carcere è finito un cinese di 28 anni, difeso dagli avvocati Massimo Mariotti e Cristiano Giovannelli, su richiesta della Procura di Firenze (le indagini della Guardia di finanza sono coordinate dal pm Gianni Tei) per bancarotta e una serie di reati fiscali fra cui l’evasione dell’Iva. Ieri il cinese, residente a Prato, è stato scarcerato e messo ai domiciliari con braccialetto elettronico. Insieme a lui è indagato un altro cinese che avrebbe fatto da prestanome per l’autosalone fantasma. Secondo quanto accertato dalle indagini, il cinese acquistava le auto in Germania – soprattutto Porsche Cayenne e Audi – e le metteva in vendita sui suoi canali social usando però le generalità del prestanome. I pagamenti avvenivano quasi sempre in contanti o su conti correnti cinesi. Una volta trovato l’acquirente il cinese si offriva di curare l’immatricolazione dell’auto in Italia. Per non pagare l’Iva in Germania (frode dell’Iva intracumunitaria) emetteva una serie di fatture inesistenti facendo passare l’acquisto come diretto da parte del compratore. In questo modo evitava di pagare l’Iva mostrando odcumenti fittizi che ne attestavano il versamento. In tre anni, ha movimentato circa tre milioni di euro. E’ stato lo stesso cinese a raccontare il sistema usato durante l’interrogatorio. L’altro indagato si è difeso sostenendo di non sapere nulla della truffa e di aver smarrito i documenti, forse rubati dal ventottenne.
Laura Natoli