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La giustizia che ripara. La messa alla prova si può fare nei Comuni

Firmato il protocollo di intesa fra le amministrazioni della provincia, tribunale e Ulepe. L’indagato potrà prestare servizi di pubblica utilità negli enti.

La giustizia che ripara. La messa alla prova  si può fare nei Comuni

La firma del protocollo di intesa fra Comuni, tribunale e Ulepe

È stato firmato ieri in tribunale di Prato il protocollo d’intesa per la map (messa alla prova), a cui la giunta ha dato il via libera lo scorso 29 ottobre. Con questa firma il Comune di Prato rinnova la convenzione con il tribunale per l’attivazione dell’istituto della sospensione del processo con messa alla prova.

L’accordo è stato firmato dal Comune di Prato e da quelli di Montemurlo, Vernio, Cantagallo e Vaiano, oltre che dalla presidente del tribunale facente funzione Lucia Schiaretti e dalla direttrice generale dell’Ulepe (Ufficio per l’esecuzione penale esterna) di Prato Alessandra Pellegrini.

Come ha spiegato la presidente del tribunale facente funzione Lucia Schiaretti, la messa alla prova è una modalità alternativa di definizione del processo, attivabile fin dalla fase delle indagini preliminari, attraverso la quale è possibile pervenire a una pronuncia di proscioglimento per estinzione del reato quando il periodo di prova a cui accede l’indagato o l’imputato si concluda con esito positivo. Viene utilizzato per i cosiddetti "reati minori". Tale istituto prevede lo svolgimento di un lavoro di pubblica utilità che si declina nelle attività indicate nel programma di prova predisposto dallo stesso indagato-imputato di concerto con l’Ufficio esecuzione penale esterna del tribunale e approvato dal giudice che può effettuare delle modifiche con il consenso dell’interessato. Grazie alla precedente convenzione, sono stati attivati 11 progetti di messa alla prova all’interno dell’ente. Si è trattato di collaborazioni alle attività degli uffici comunali in compiti amministrativi, di accoglienza o di supporto con esiti molto positivi che hanno dimostrato un’elevata motivazione nel portare a termine il periodo di prova. La nuova convenzione coprirà il periodo 2025-2029, rinnovabile per altri cinque anni tacitamente.

"Questo è il primo passo verso la realizzazione di una forma di giustizia comunitaria e il nostro auspicio è quello di riuscire a dimostrare che dagli errori può nascere qualcosa di positivo – ha detto la sindaca Ilaria Bugetti - Di fatto la Map è un modo per offrire ai cittadini la possibilità di riscattarsi attraverso una seconda opportunità e un vero e proprio percorso di recupero". "Aderiamo a questo protocollo con soddisfazione e con la volontà di collaborare in modo concreto con il tribunale e l’ufficio esecuzione penale esterna per poter contribuire alle possibilità che l’ordinamento giuridico prevede rispetto alla messa alla prova – ha detto il sindaco del Comune di Montemurlo, Simone Calamai – Questo tipo di prestazioni lavorative, che saranno svolte a Montemurlo, rappresentano un modo di potersi avvalere, per un certo numero di ore e in forma completamente gratuita, di persone che hanno particolari professionalità e che potranno dare un contributo agli uffici comunali e alla nostra collettività".

"Abbiamo fra le 180 e le 200 persone all’anno, spesso sono professionisti, ad esempio architetti che sono finiti indagati per l’apertura di una porta o di una finestra – spiega Alessandra Pellegrini, direttrice Ulepe – Abbiamo un territorio variegato e accogliente e noi possiamo incrociare le peculiarità delle persone che arrivano nei nostri uffici per svolgere lavori di pubblica utilità e messa alla prova con le varie realtà del territorio. Finalmente riusciamo a convenzionarci con i Comuni e questo è un segnale che veramente si può fare anche una ’giustizia di comunità’".