REDAZIONE PRATO

Il futuro dell’Ac Prato. Cordata di imprenditori vuole salire in serie C

Lanciata l’offerta al presidente Commini. C’è un progetto triennale. Convocati una sessantina di personaggi pratesi: in 37 hanno detto di sì .

L’ultima contestazione dei tifosi

L’ultima contestazione dei tifosi

C’è una luce in fondo al tunnel dell’anonimato dell’Ac Prato, c’è una mano tesa con la volontà di tirare fuori i colori lanieri dalla palude della serie D, c’è una voglia di mettersi insieme per ridare fiato all’orgoglio biancazzurro. Stavolta non sono solo voci che si rincorrono dal centro città alle frazioni fino a via Firenze, abbracciano il Lungobinsenzio per un attimo e scompaiono sotto il profumo dei tigli e la rabbia delle mancate prospettive.

C’è una cordata pratese che sta affinando la strategia e unendo sempre di più le forze per mettere sul tavolo del presidente dell’Ac Prato un’offerta, concreta, per rilevare la società. Un progetto nato con basi serie perchè porta con sé i nomi di chi fa del lavoro a Prato, e non solo, una bandiera di vanto e di eccellenza. Un piano che mette insieme innamorati della città con ampie disponibilità economiche. Ma nessuno di loro sognerebbe di fare un passo da soli. Ma in sinergia sì, ci si può provare davvero. E così è nata la convocazione dei volenterosi del pallone laniero. Un imprenditore capofila, un nome di rilevanza nazionale e oltre, ha messo in fila una sessantina di imprese chiamando a partecipare al progetto per l’acquisto dell’Ac Prato. Obiettivo azionariato diffuso al 60 per cento quindi mettendo a disposizione il restante 40 per cento per l’altro azionariato diffuso tra tifosi e sostenitori. Per ora l’adesione convinta è stata data da 37 imprenditori.

Se questo è l’obiettivo di fondo adesso c’è da trattare con chi detiene la società: Stefano Commini. L’imprenditore romano conferma i contatti e dice "dovrei vedere la proposta a breve". Questione di ore e i contatti si faranno più fitti. Anche perché le scadenze per il via libera alla partecipazione al campionato di serie D non aspettano: il 30 giugno conti a posto per i pagamenti del gruppo squadra e il 10 luglio l’iscrizione vera e propria.

Insomma il tempo è ridotto, ma la volontà di tentare la svolta per l’Ac Prato c’è tutta da parte del gruppo di imprenditori. Le parti al momento sembrano distanti quanto meno sulla carta. La società laniera, come ogni anno a conclusione del campionato, si porta dietro il peso di debiti da gestione che Commini nel corso della sua presidenza ha sempre colmato. Bisogna capire le richieste di Commini dove andranno a parare: saldo dei debiti e passaggio di mano oppure saldo debiti più bonus valorizzazione (vivaio, settore giovanile, patrimonio giocatori, spese sostenute allo stadio e a Grignano)? Il progetto dei volenterosi si vorrebbe proiettare su tre anni con un budget annuo di due milioni. Obiettivo: portare l’Ac Prato in Lega Pro, la serie C, una dimensione adeguata alla storia e alla tradizione biancazzurra. Nessuno dei partecipanti alla cordata avrebbe ruoli di vertice e di gestione. Sarebbero ingaggiate persone di calcio di provata esperienza nei ruoli chiavi a partire dalla presidenza e dal direttore generale. Già un buon segnale.

Luigi Caroppo