
di Stefano De Biase
"Quando la dirigenza mi ha chiesto di restare in cooperativa non ci ho pensato due volte e gli ho detto subito di sì: Cap per me è una seconda pelle, non avrei potuto lavorare per un’altra azienda di trasporto". Luca Pieraccioli (foto), 60 anni, a marzo 2022 festeggerà i trent’anni di servizio in Cap. Il raggiungimento di questo traguardo non era però affatto scontato, perché lui al pari di tutti i 500 dipendenti e soci di Cap avrebbe potuto passare ad Autolinee Toscane. E invece assieme a un centinaio di suoi colleghi fra meccanici, amministrativi e autisti ha deciso di restare con la cooperativa di piazza del Duomo.
"Alla Cap devo tutto – racconta Pieraccioli –. L’ho presa quando avevo 14 anni da Poggio a Caiano per andare a scuola, e successivamente l’ho usata per andare a lavoro. Qui ho conosciuto mia moglie. Insomma è la mia seconda famiglia. A differenza di altri non ho avuto un genitore che ci ha lavorato prima di me, ma il senso di attaccamento è enorme. Ero nelle liste di passaggio ad Autolinee Toscane, mi avrebbero messo nell’area legale. Ma non me la sono sentita di lasciare la mia seconda casa".
Pieraccioli è stato a lungo il segretario del consiglio d’amministrazione di Cap. E’ uno dei dipendenti più longevi e rappresenta un po’ la memoria storica della cooperativa. "Mi sono occupato del patrimonio, degli acquisti, ho un bagaglio molto ampio di conoscenze – aggiunge -. Ho sempre immaginato di andare in pensione lavorando per Cap e non me la sono sentita di lasciare la cooperativa, per di più in un passaggio così cruciale per il suo futuro. La decisione di restare l’ho presa subito dopo l’estate, quando ormai il subentro di Autolinee Toscane per il tpl era ufficiale".
Da ieri intanto Cap non gestisce più il tpl a Prato. Un duro colpo da digerire per chi è cresciuto vedendo la cooperativa muovere i bus per tutta la provincia. "Mi ha fatto uno strano effetto – sottolinea Pieraccioli –. E’ una situazione che mi amareggia e avvilisce. Allo stesso tempo però è inutile piangere sul latte versato. Come ha detto il presidente Toscano bisogna voltare pagina, ripartire, sperando di poter riuscire fra qualche anno a tornare a gestire anche un po’ di trasporto pubblico, rispettando tempistiche e procedure di legge. Il nostro impegno è quello di vedere se queste linee che oggi viaggiano parallele, in futuro si possano ricongiungere, recuperando una parte di quei soci e dipendenti oggi andati in Autolinee Toscane".
Fra questi ultimi c’è anche la moglie di Pieraccioli, che dopo 24 anni in Cap, da ieri è entrata in servizio con Autolinee Toscane. "Vederla con una giacchetta differente da quella di Cap è stato molto strano – racconta Pieraccioli -. In famiglia ognuno ha preso la propria scelta in totale libertà. Io, personalmente, non me la sono sentita di andare via. Sarebbe stato troppo duro. Io ho ancora ben impressi nella mente sia i festeggiamenti per i cinquant’anni della cooperativa, che quelli più recenti per i 70 anni"
Pieraccioli fa pure un parallelo col passato. "Chi è rimasto in Cap deve prendere spunto da quanto fatto nel dopoguerra, quando ci fu uno dei momenti più complicati e delicati della cooperativa – conclude -. Adesso dobbiamo aumentare i numeri del turismo, dell’alberghiero e della manutenzione. E da qui ripartire per tornare a essere quelli che siamo sempre stati".