La prima campanella è suonata. E a chiudere gli occhi è facile risentirlo, quel "drin" infinito, a sbloccare ricordi negli studenti di ieri. Presente (all’appello della memoria rispondo sempre in fretta). Zaino Seven sulle spalle, la Smemoranda che alla fine dell’anno diventava un confessionale di carta al quale affidare amicizie, prime cotte e – solo se restava spazio – l’elenco dei compiti da fare a casa. E le scuse improbabili che qualche compagno di classe tirava fuori dal cilindro. Ho sentito addirittura un: "Prof, mi ha mangiato il libro il cane". E così quella campanella, anche oggi che siamo qui a raccontare la campanella degli altri, resta sempre anche un po’ nostra. Ché la scuola sono le lezioni, ma è anche tanta vita.
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