
La Beste si rialza: "Presto la normalità. Lo Stato non ci aiuta. E noi facciamo da soli"
Alla Beste, a Usella di Cantagallo, a un mese e tre giorni dopo l’alluvione, si è tornati quasi alla normalità. "Ci vorrà ancora qualche settimana – spiega Matteo Santi di Beste – Si stanno ripristinando altre parti danneggiate che richiedono maggior tempo di recupero, come attrezzature, arredi, pavimentazioni, strutture in carton gesso tagliate perché imbevute di acqua e fango. La parte esterna della fabbrica necessita di maggiore tempo per il ripristino dalle cancellate al giardino". Il morale alla Beste è alto, nonostante le settimane di inferno trascorse dal 2 novembre. Lo ha capito bene uno dei clienti più preziosi di Beste, un famoso cliente del lusso italiano, che dopo aver visitato lo stabilimento, ha deciso di manifestare con concretezza la sua vicinanza. "Come segno tangibile di supporto e incoraggiamento per affrontare la sfida della ripresa – dice Santi – ha inviato bellissime t-shirt per tutti i nostri dipendenti con scritto ’Beste ... die hard’. Un gesto che va oltre il valore materiale del regalo, ma esprime vicinanza, solidarietà e fiducia nella nostra capità di risorgere. Un premio allo spirito di tenacia e di volontà a non mollare sintetizzato in tre parole. E tutti noi ci siamo sentiti orgogliosi di far parte di una squadra".
Se la solidarietà dei clienti non è mancata, l’"assente ingiustificato", come lo definisce l’imprenditore, è lo Stato. "Assente a dispetto di impegni presi. Si registra solo un rinvio di alcune scadenze per le tasse del 30 novembre: un posticipo di 20 giorni che produce incertezza e sgomento – aggiunge Santi – Si era chiesto di essere sgravati di altre parti, come quella contributiva degli stipendi dei dipendenti, ma non c’è stata risposta".
Anche le misure presentate dal ministro Antonio Tajani non hanno messo le gambe. "Sono misure inattuabili: le aziende danneggiate hanno bisogno di liquidità per pagare chi fa i lavori di ristrutturazione. Anche la messa a disposizione di una linea di credito a tasso 0,5% garantita da Sace sarebbe stato un provvedimento idoneo, peccato che viene dato solo a fronte della presentazione di un progetto di internazionalizzazione... impossibile da pensare in questo momento". In sintesi, le misure ci sono, ma sono non fruibili da parte degli imprenditori. Una sorta di miraggio che contribuisce ad alimentare lo sgomento. O la volontà di risorgere da soli. Come sta accadendo alla Beste. "Prato si risolleverà grazie alla capacità di rimboccarsi le maniche". E’ su questa scia che Beste, preso atto "della messa in sicurezza con opere di somma urgenza del fosso Cambiaticcio" dopo alcune pressioni di privati sull’Unione dei Comuni, ha deciso di portare il proprio contributo per accelerare la fase di "riprogettazione del corso di acqua". Così per agevolare "questa parte ci stiamo facendo promotori di un progetto con un ingegnere idraulico che condivideremo col Genio civile e Regione per affrettare i tempi di esecuzione di opere a carico all’ente regionale".
Sara Bessi