
Enrico Cavaciocchi, presidente provinciale dell’Arci, nel circolo di Grignano (Attalmi)
Prato, 11 dicembre 2021 - "Il regime Iva rappresenterebbe un vero terremoto per la tenuta del sistema circolistico. Significherebbe dovere fare i conti con più burocrazia, aumentare i costi di tenuta dei conti affidandosi a studi di commercialisti e prosciugare le casse di strutture che già si reggono in piedi a fatica. Mi auguro che ci sia un ripensamento da parte del governo, altrimenti tutto il movimento rischia grosso". Le parole del presidente provinciale dell’Arci, Enrico Cavaciocchi spiegano bene lo stato d’agitazione che si respira nei circoli e più in generale nel mondo del volontariato dopo l’approvazione in Senato del ‘Decreto Fiscale’ che prevede il passaggio delle associazioni del terzo settore da un regime di esclusione Iva a uno di esenzione Iva. Che significa? Che circoli, associazioni sportive, di volontariato e onlus saranno assoggettate al regime Iva per i servizi prestatati e i beni ceduti ai soci.
"Noi oggi come Arci provinciale abbiamo 5 dipendenti che seguono la contabilità semplificata dei circoli del territorio", aggiunge Cavaciocchi. "Uscire da questa rendicontazione facilitata significherebbe un aggravio importante di spese e ci costringerebbe ad appoggiarci a studi di commercialisti. Si andrebbe proprio nella direzione opposta alla legge sul terzo settore che ha riproposto un regime agevolato per il volontariato". La paura è quella che qualche circolo non possa reggere.
"Vorrei sapere cosa gli passa per la mente a chi è al governo?", si domanda Donatello Rosati, presidente del circolo Renzo Degli Innocenti di Galciana. "Dopo la pandemia e la chiusura forzata stiamo provando a ripartire e loro studiano un provvedimento per colpirci di nuovo. Qui la pandemia non è ancora passata, perché nonostante l’organizzazione di attività di ballo o ricreative le persone hanno ancora paura a uscire di casa. Veniamo da due anni di sofferenza e ancora non ne siamo usciti: il governo non può penalizzarci ulteriormente".
L’Arci fa anche il punto sulla tenuta dei 54 circoli della provincia pratese. "Tutti hanno dovuto fare i conti con un significativo scossone economico", sottolinea Cavaciocchi. "Ma devo dire che lo spirito d’aiuto fra le varie realtà, l’attaccamento mostrato dai nostri volontari e i sostegni delle amministrazioni locali ci hanno permesso di tenere botta. Adesso bisogna fare in modo che alla Camera si blocchi quanto approvato al Senato". Non nasconde le proprie preoccupazioni il presidente provinciale dell’Mcl, Dario Ercoli che sul territorio tutela gli interessi di 16 circoli. "Al nostro interno del quale questa norma viene vissuta con grande timore. Per ora non abbiamo pensato ad azioni eclatanti di protesta, ci auguriamo che non servano. Anche perché sembra che al governo si siano resi conto dell’errore". Ma i circoli come stanno post pandemia? "Hanno riaperto tutti - conclude Ercoli -, ma le attività al loro interno non sono ripartite al 100%. Qualcuno, ad esempio, ha rinunciato a riaprire la pizzeria interna al circolo. La parte aggregativa invece sta andando benino, anche se i nostri soci sono spesso anziani e quindi hanno ancora un po’ timore a uscire di casa".