Prato, 14 aprile 2023 - Si è alzato ufficialmente il sipario sull'anno accademico del Polo Universitario Penitenziario (Pup). La cerimonia d'inaugurazione è andata in scena in mattinata presso la casa circondariale La Dogaia di Prato, di cui sono iscritti ai corsi organizzati dall'Università di Firenze (coinvolta nel progetto, nato nel 2000, assieme a quelle di Pisa, Siena e per Stranieri di Siena) 28 detenuti. Sono invece 55 quelli complessivi, di cui 18 matricole, mentre in 23 anni il numero di partecipanti all'iniziativa è stato di circa 300, con 37 laureati. I frequentanti possono decidere di partecipare ad ogni corso: quelli che riscuotono l’interesse più alto afferiscono alla Scuola di Studi Umanistici e della Formazione e di Giurisprudenza. Negli ultimi anni, il numero di iscritti si sta mantenendo costante. L’impegno delle università, oltre che nella messa a disposizione dei propri docenti, si traduce anche in un investimento a livello di strumenti per lo studio (l’acquisto di nuovi computer, monitor, stampanti, libri e tutto il materiale necessario) e di strutture, come le due sale riservate agli iscritti de la Dogaia in media e alta sicurezza recentemente rinnovate.
L'obiettivo è quello di dare la possibilità ai detenuti di investire su se stessi, implementando le conoscenze in proprio possesso. «Già, perché chi entra in carcere è spesso privo di risorse di questo tipo. Grazie ad un'offerta formativa dalla qualità in costante ascesa - dice la direttrice della casa circondariale la Dogaia, Maria Isabella De Gennaro - possiamo aprire nuovi orizzonti ai carcerati e garantire loro strumenti spendibili una volta che saranno fuori. Per molti di loro, studiare in maniera organizzata significa dare un senso al proprio percorso e un'immagine diversa di sé». Ma a qualcuno serve anche per altro. «Dalle testimonianze di detenuti laureati, è emerso come all'inizio l'opportunità dello studio in carcere rappresenti soprattutto uno modo per riempire il tempo - sottolinea Pierpaolo D'Andria, provveditore dell'Amministrazione Penitenziaria per Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise - Andando avanti però la cultura viene vista sempre più come lo strumento attraverso il quale comprendere gli errori commessi e conoscere meglio se stessi». Durante la cerimonia sono intervenuti anche la rettrice dell'Università di Firenze, Alessandra Petrucci; l'assessore alle politiche regionali per le questioni carcerari della Regione Toscana, Serena Spinelli; il vice capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria; il presidente della Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari, Franco Pina; la delegata per i rapporti con il Polo Universitario della Toscana dell'Università per Stranieri di Siena, Antonella Becucci e il presidente dell'Associazione Volontariato Penitenziario, Marcello Colocci.
Francesco Bocchini