SILVIA BINI
Cronaca

Il turismo crea reddito: "Dmo pronta per partire. Non buttare quanto fatto"

Irpet per la prima volta certifica il settore come fonte di guadagno per la città. Manager per la promozione: soldi stanziati e statuto pronto, ma è tutto fermo. Bartalini, ex assessore: "Abbiamo cambiato la narrazione del nostro patrimonio".

Nel primo trimestre del 2025, Prato ha registrato un +4,7% nelle presenze turistiche

Nel primo trimestre del 2025, Prato ha registrato un +4,7% nelle presenze turistiche

A Prato il turismo, per la prima volta, è davvero un motore economico. Lo dicono i numeri, lo certifica Irpet. E ora, l’obiettivo è non disperdere il lavoro fatto. In un momento di grande transizione con il Comune passato sotto la gestione del commissario prefettizi, il grande interrogativo è riuscire a mantenere quanto di buono è stato fatto e far fruttare i risultati.

Partiamo dai dati: nel primo trimestre del 2025, Prato registra un +4,7% nelle presenze turistiche. Un dato ancora più significativo se si considera che nel 2024 l’aumento era stato del 10,9%, a conferma di una tendenza strutturale. Secondo Irpet, Prato è una delle province toscane più resilienti nel post-pandemia, nonostante i segnali contrastanti sul fronte industriale e dell’occupazione. Merito, soprattutto, della spinta turistica.

"Per la prima volta - commenta l’ex assessora al turismo Chiara Bartalini (Movimento 5 Stelle) - Irpet indica chiaramente il turismo come elemento trainante dell’economia pratese. È un riconoscimento importante, perché arriva da una fonte ufficiale e fotografa il frutto di un anno intenso di lavoro. Non può che farci piacere vedere che i risultati sono tangibili, e che quella che sembrava solo una scommessa oggi è una certezza".

Numeri alla mano, Prato ha retto anche grazie alla vicinanza con Firenze, ma non solo. "Abbiamo puntato su una nuova narrazione della città - sottolinea Bartalini - e i dati lo dimostrano: non è stato solo un passaggio di turisti mordi e fuggi, ma un vero interesse. Siamo diventati un punto nazionale per il turismo industriale grazie al lavoro fatto negli anni passati, abbiamo lavorato sull’accoglienza, messo a regime i sistemi informativi, rafforzato i rapporti con le università straniere".

Il Capodanno cinese, le mostre, gli eventi sportivi, i percorsi sulla Prato medievale e industriale, la valorizzazione della Via Medicea: "Abbiamo cambiato il modo di comunicare la città, lavorando sulla regia. Perché è questo il punto: oggi i dati Irpet dimostrano che la sinergia con gli operatori ha funzionato. C’è stato gioco di squadra: abbiamo iniziato ad organizzare pacchetti completi, Federalberghi ha proposto convenzioni durante magari iniziative sportive anche organizzate da associazioni, inoltre gli itinerari turistici sono stati promossi in modo strutturato. Il territorio ha risposto".

Ora però serve continuità, è il nodo cruciale. "Il Dmo, lo strumento di governance turistica, è pronto. Abbiamo lo statuto praticamente fatto, erano stati anche stanziati i fondi con la variazione di bilancio. Il percorso era definito: fare tutto entro luglio. Mancano solo gli ultimi passaggi, ma tutto era più che pronto".

Un lavoro interrotto bruscamente, con le dimissioni della sindaca. "Eppure, la struttura c’è - sottolinea Bartalini - in questi giorni ci sono state riunioni con le categorie, la macchina è ancora calda. Il nostro obiettivo era costruire un sistema stabile, con maxi-aree in cui gli operatori turistici potessero collaborare in modo verticale, ciascuno con le proprie competenze. Avevamo creato uno strumento pensato per durare".

Un altro punto di forza è stato il posizionamento mediatico: documentari della Bbc, le trasmissioni sulla Rai, la tv svizzera, articoli sulla stampa generalista italiana. "È stato mostrato il volto autentico di Prato, e il turismo esperienziale ha premiato. Non servono pacchetti da sette giorni, ma esperienze forti, autentiche, che fanno restare le persone sul territorio: il camminatore della Via Medicea dorme in agriturismo, mangia in trattoria, conosce la città vera non è più il camminatore del passato, che fa il possibile per impiegare meno tempo a percorrere la strada. Oggi chi fa i cammini, li fa lentamente, si ferma nei luoghi. E la nostra città ha tutto per rispondere a questo tipo di domanda".

C’è un altro dato che pesa: il lavoro. "Il turismo ha portato reddito – sottolinea ancora Bartalini – ed è rimasto. È un settore che ha creato valore in modo trasversale. C’è molto da fare ancora, soprattutto sul food, su cui i cittadini ci hanno dato idee e stimoli. Ma l’impianto c’è. Basta solo farlo camminare".

Ora la palla passa a chi guiderà il Comune. "Vedremo se sarà possibile portare avanti il lavoro già avviato". Ma una cosa è certa: a Prato il turismo non è più una suggestione. È un pezzo di futuro. E oggi è scritto nero su bianco.

Silvia Bini