Il tempo corre per il processo di via Ciulli

L’Appello parte ed è subito rinviato a ottobre, 12 anni dopo la morte delle tre donne affogate nel sottopasso. E la prescrizione si avvicina

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Si è aperto ieri a Firenze con un rinvio il processo di Appello per la morte delle tre donne cinesi rimaste intrappolate nel sottopasso di via Ciulli nel 2010 e annegate a causa della grossa quantità d’acqua, esondata dal torrente Vella, che investì l’auto sulla quale viaggiavano nella notte fra il 4 e il 5 ottobre. Ieri l’avvocato difensore di Stefano Caldini, il funzionario delle ferrovie dello Stato che seguì i lavori del sottopasso, ha avanzato la richiesta di rinvio della discussione per legittimo impedimento: la nuova udienza è fissata al 25 ottobre. Rinvio richiesto anche dall’avvocato dell’ex dirigente del Comune di Prato, Lorenzo Frasconi, per un difetto di notifica. Dunque, l’udienza per la discussione è stata rinviata di oltre 4 mesi con possibilità di prosecuzione già individuata nell’11 novembre. Se non ci saranno ulteriori rinvii, il 25 ottobre, a 12 anni dal tragico incidente, ci sarà la sentenza con il dispositivo della Corte di Appello. L’ultimo pronunciamento del tribunale di Prato risale al 2016 quando l’ex dirigente del Comune e il funzionario delle ferrovie dello Stato furono condannati in primo grado per omicidio colposo plurimo. Ci sono voluti sei anni prima di arrivare alla sentenza di primo grado nei confronti di Frasconi e Caldini e poi altri sei anni prima di fissare l’udienza di Appello. La possibilità di prescrizione si fa sempre più vicina: l’omicidio colposo prevede una prescrizione in 7 anni e mezzo nel caso in cui non vi siano aggravanti. Intanto, due giorni fa, il Comune di Prato ha presentato un’istanza di dissequestro del sottopasso di via Ciulli alla Corte d’Appello, dove è attualmente incardinato il processo. Su questa istanza i legali dell’amministrazione pratese attendono il parere del procuratore generale. Successivamente, tale istanza con il parere del procuratore generale dovrà passare alla sezione terza della Corte d’Appello, che dovrà pronunciarsi bocciandola o accogliendola. L’auspicio è che il parere e il pronunciamento arrivino in concomitanza con la pausa estiva. Del resto l’istanza del Comune non sottopone questioni di carattere giuridico: vi è la relazione di un ingegnere idraulico in cui si spiega che tutta l’area circostante e il sottopasso saranno in sicurezza grazie ai lavori in corso per la costruzione della cassa di espansione all’ospedale. Il progetto serve a mettere al sicuro l’area ospedaliera dalle inondazioni del torrente Vella, responsabile dell’allagamento del sottopasso nell’ottobre 2010.

Sara Bessi