
"Negli ambulatori dei medici di famiglia arrivano troppi falsi negativi. Si tratta in molti casi di persone che si sono sottoposte in precedenza ai tamponi antigenici rapidi forniti dalla Regione alle farmacie. Per questo ribadiamo che è importante rispettare le direttive regionali: quindi chi ha sintomi come raffreddore, mal di gola e febbre non deve sottoporsi a questi test. Il rischio è che chi riceve un responso negativo torni a casa e si trasformi involontariamente in un pericolo per i propri familiari. Proprio all’interno delle famiglie si sta registrando un numero eccessivo di cluster". L’allarme arriva dagli stessi medici di famiglia, per voce di Niccolò Biancalani, vicesegretario della Fimmg di Prato. Che però precisa di non voler in alcun modo criticare i farmacisti che in questi giorni stanno svolgendo lo screening gratuito su studenti, i loro familiari e il personale scolastico. "La mia - precisa - vuole essere la semplice segnalazione di un problema. I tamponi antigenici rapidi non possono essere eseguiti su persone che manifestano sintomi sospetti. Purtroppo i tamponi in uso in questo momento non sono quelli cosiddetti di terza generazione e non funzionano con le varianti attualmente in circolazione. Sono invece utili per decidere la fine quarantena e in caso di contatti con persone risultate positive al Covid-19. Non dobbiamo cadere in una sorta di auto-prescrizione del test e i cittadini sono chiamati ad attenersi a criteri ben precisi". Dunque, dicono i medici di famiglia, sarebbe opportuno arrivare velocemente a una precisa regolamentazione del ricorso ai tamponi rapidi. "Anche nelle aziende - aggiunge Biancalani - spesso vviene fatto ricorso a questi tipi di controlli, il cui esito talvolta può essere fuorviante". E questo perché "la sicurezza di non essere in presenza di un contagio si ottiene soltanto con i tamponi di terza generazione oppure con i tamponi molecolari, che spesso vanno prescritti a chi si presenta con un referto negativo dopo il tampone antigenico rapido".
"Ma l’affidabilità dei test a nostra disposizione non è in discussione", afferma Pietro Brandi, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Prato. "Il problema semmai è quello che persiste sia per gli antigenici rapidi che per i molecolari e che riguarda il momento in cui viene effettuato il test. Ricordiamo, infatti, che il virus ha un tempo di incubazione ben preciso". Brandi spiega anche che nelle farmacie il test viene fatto solo su persone asintomatiche o su chi ha avuto un contatto sospetto." Secondo la delibera regionale, non possiamo eseguirlo su chi ha febbre, raffreddore, mal di gola. Quando una persona prenota il test, noi farmacisti facciamo sempre precise domande sulle condizioni di salute". Sempre secondo Brandi, la dimostrazione che lo screening sta funzionando arriverebbe dai numerosi casi positivi emersi: "La nostra è un’opera di prevenzione molto importante ed efficace. Il sistema è molto apprezzato dai cittadini e funziona bene. Sono ormai più di 20 le farmacie pratesi che hanno aderito al progetto".
Sara Bessi