
Il pulpito di Donatello e Michelozzo Che gioia per gli occhi al museo
Il pulpito di Donatello e Michelozzo è il cuore del Museo dell’Opera del Duomo e pulsa al ritmo di una danza frenetica di angeli che, contemporaneamente, cantano e suonano. Realizzato per l’angolo esterno della Cattedrale, viene ancor oggi utilizzato per mostrare la reliquia della sacra Cintola ai fedeli raccolti nella piazza nelle 5 solenni occasioni annuali (Natale, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto e 8settembre) ,anche se adesso i rilievi esterni sono dei calchi poiché dal 1970 gli originali sono stati staccati e collocati nel Museo nel 1976. Realizzati in marmo bianco tra il 1434 ed il 1438 da Donatello (1386-1466) e dalla sua bottega, i marmi sono stati sottoposti, tra il 1990 ed il 1999, ad un laborioso restauro curato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze che ha visto l’uso di tecniche innovative come il laser a infrarossi. È interessante notare che il pulpito si presenta come un tempietto circolare sorretto da coppie di piastrini scanalati che lo suddividono in sette riquadri, all’interno dei quali si intreccia con carica incontenibile la danza, una complessa "farandola", dei gruppi di angeli festanti, ispirati ai putti-genietti dei sarcofagi romani, sicuramente studiati dall’artista durante il soggiorno romano del 1432-33, la cui gioia si manifesta nella libertà dei gesti dal ritmo incalzante, resi pittoricamente grazie allo stiacciato, ai complessi scorci prospettici e al vibrare del mosaico dei fondi, costituito da frammenti di vasellame, originariamente dorati. L’opera rappresenta pienamente le caratteristiche della scultura di Donatello, che studia continuamente l’antichità classica e la reinterpreta, con maestria, sperimentando sempre materiali e soluzioni innovative.