Con il suo patrimonio di storia e bellezza, Palazzo Pretorio è una meta obbligata per gli appassionati del mondo dell’arte che visitano la Toscana. Da tempo però non ospita mostre in grado di attirare un pubblico vasto. Ci fu Officina Pratese nel 2013 con 60mila visitatori, poi la riapertura del museo chiuso da decenni con il nuovo allestimento nell’aprile del 2014 che richiamò non solo i pratesi, quindi la mostra Capolavori che si incontrano nell’autunno 2014, forse l’ultima con un budget adeguato. Perché per organizzare una mostra capace di attrarre turisti le risorse sono indispensabili, oltre alle idee, alle competenze, alle relazioni nel mondo dell’arte e naturalmente la comunicazione. Palazzo Pretorio custodisce opere di Bernardo Daddi, Giovanni da Milano, Donatello, Filippo e Filippino Lippi, le grandi pale d’altare di Santi di Tito e Alessandro Allori, i gessi di Lorenzo Bartolini. Dipinti che sono patrimonio della città e sono valorizzati dali splendidi spazi del palazzo e dall’allestimento firmato dagli architetti Guicciardini e Magni (gli stessi che hanno allesito il "nuovo" e magnifico Museo dell’Opera del Duomo di Firenze). Del comitato scientifico fanno parte tra gli altri Claudio Cerretelli, ex direttore dei Musei Diocesani di Prato, Diana Toccafondi, già soprintendente archivistica in Toscana, Isabella Lapi Ballerini, ex direttrice regionale per i beni culturali, Lia Brunori ex funzionaria di zona della Soprintendenza, e fino a pochi mesi fa il compianto Marco Ciatti, ex soprintendente Opificio delle Pietre Dure. Tutti dell’arte profondi conoscitori.
CronacaIl prezioso scrigno dei nostri capolavori