REDAZIONE PRATO

Il Pin per i 30 anni si regala la settima laurea In partenza il corso ‘Design, tessile e moda’

La novità si aggiunge agli altri sei indirizzi. Il polo universitario di piazza Ciardi conta 1200 studenti iscritti e 35 laboratori diversificati

Trenta candeline per il Pin-Polo universitario di Prato che festeggia nel 2022 il proprio compleanno nel segno della solidità e dell’effervescenza.

Da settembre i sei corsi di laurea già attivi riferiti a quattro scuole universitarie, si arricchiranno del nuovo corso di laurea triennale in architettura dell’ateneo fiorentino il corso "Design, tessile e moda" nella sede di piazza Ciardi si apre a tutti quegli studenti che vorranno approfondire i temi della manifattura con un occhio di riguardo per la moda, per assicurarsi una solida preparazione tecnico-creativa combinata all’utilizzo delle nuove tecnologie, al rigore organizzativo e gestionale.

A braccetto, lo studio della filiera tessile e del prodotto moda. Un percorso che guarda al mercato del lavoro in lungo e largo per il mondo, ma che potrà essere molto appetibile anche per i diplomati dell’istituto tecnico statale Buzzi a forte vocazione tessile.

L’annuncio del nuovo impegno ieri alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico che si è svolta in presenza nella sede di piazza Ciardi, con la conferma del buono stato di salute del polo universitario pratese che con i suoi 1200 iscritti, 35 laboratori in numerosi ambiti disciplinari, master e corsi di alta formazione, riesce a posizionarsi in maniera originale e innovativa nel panorama didattico e di ricerca italiano. Le attività fanno riferimento a quattro scuole: architettura (corso di laurea in pianificazione della città, del territorio e del paesaggio, corso di laurea magistrale in pianificazione e progettazione della città del territorio); studi umanistici e della formazione (corso di laurea in progettazione e gestione di eventi e imprese dell’arte e dello spettacolo, corso di laurea magistrale in scienze dello spettacolo); scienze della salute umana (corso di laurea in infermieristica); economia e management (corso di laurea in economia aziendale).

La forza dell’università di Prato nei sei lustri della sua attività è stata quella di un rapporto costante con le attività produttive del territorio.

Un carattere distintivo elogiato anche dalla rettrice dell’università di Firenze, Alessandra Petrucci. "Nel panorama universitario fiorentino – ha detto – sul piano della didattica, della ricerca e del trasferimento tecnologico ha sviluppato le proprie potenzialità in modo coerente con le peculiarità e le aspettative del territorio".

Caratteristiche sottolineate dal presidente della Regione, Eugenio Giani: "Prato – ha evidenziato – diventa riconoscibile non solo per la sua anima produttiva, ma sempre più per la sua vivacità culturale".

Soddisfazione e orgoglio del sindaco Matteo Biffoni che ha qualificato l’esperienza universitaria pratese quale "vera eccellenza del territorio, capace di resistere e di favorire il rilancio in un dialogo con le imprese".

Un sodalizio quello tra il comune di Prato e l’università rafforzato anche dalla firma della convenzione che ha rinnovato il comodato d’uso degli spazi di piazza Ciardi per venti anni.

E’ stata la presidente del Pin, Daniela Toccafondi a ripercorrere le tante significative esperienze dell’università a Prato.

"Qui – ha spiegato – il valore della collaborazione tra i vari dipartimenti e il dialogo con le realtà produttive hanno generato sviluppo. Esemplare la capacità di agire ed interagire tra mondo accademico, economia e cultura". Successi in vista dei festeggiamenti che accompagneranno i trenta anni dell’università. Ultimo atto della cerimonia di ieri, la prolusione "Che cosa è la Costituzione" affidata a Maurizio Fioravanti, docente emerito di storia delle costituzioni moderne e già presidente del Pin. In attesa di riprendere tutte le attività didattiche e formative in presenza, rivalutare il servizio mensa ed irrobustire la proposta di alloggi per gli studenti fuori sede, quest’ultimo, da sempre,un nervo scoperto del virtuoso gemellaggio tra l’università e la realtà locale.

Marilena Chiti