
Il picchetto ai cancelli dell’Acca "Pronti a scioperare ad oltranza"
Gli autisti e i magazzinieri protestano davanti ai cancelli della Acca srl, azienda di logistica e trasporti a Seano di proprietà cinese, ma nessuno dei corrieri in entrata e in uscita rivolge loro la parola. Appoggiato dal Si Cobas ieri pomeriggio in via Copernico c’è stato lo sciopero con sit in di protesta per chiedere l’applicazione dell’accordo sindacale a tutti e lo stop alle aggressioni a coloro che si iscrivono al sindacato. La Acca srl ha rilevato l’ex corriere Warehouse&Logistics di cui però è rimasta la gigantesca insegna e in questa filiale ci sono fra i 35 e i 40 addetti al magazzino e ai trasporti di abbigliamento di produzione cinese.
Sono tutti stranieri, in maggioranza pachistani e nordafricani. "C’è chi fa ancora 12 ore al giorno di lavoro per 7 giorni la settimana – ha detto Luca Toscano del Si Cobas – quando l’accordo prevede 8 ore al giorno per 5 giorni. Continuano ad esserci errori nelle buste paga ed è già stato fatto notare all’azienda col risultato che chi ha protestato è stato aggredito". Presente al picchetto Zaka Arzalam, il penultimo autista che è sfuggito per poco all’aggressione. Ad essere picchiato è stato il collega, mentre stavano arrivando a casa, a Quarrata. Lui ha 24 anni è da 7 anni in Italia ed ha sempre fatto questo lavoro con puntualità e precisione, ci tiene a dire: "Non deve diventare pericoloso chiedere un diritto. E non si può andare a lavorare con la paura di ritorsioni". Il sindacato Si Cobas è riuscito a portare molti manifestanti e lavoratori di altre aziende della logistica del distretto, oltre a quelli della Acca di Prato e Osmannoro. "L’accordo – ha aggiunto Toscano – prevede quello che sarebbe la normalità, le ferie ad esempio e non considerarle come aspettativa non retribuita. E poi ci sono questioni inerenti la sicurezza. Sono state presentate le denunce per le aggressioni ai rappresentanti sindacali ma per ora nulla è cambiato".
Quale sarà il futuro dei lavoratori della Acca srl? "Vediamo cosa succederà – conclude Toscano – altrimenti proseguiremo con scioperi". Sulle scale che portano agli uffici del terminal ci sono diversi cinesi che da lontano osservano e ascoltano i cori dei loro magazzinieri e autisti ma nessuno viene a parlare, a cercare un dialogo. Nel piazzale ci sono pochi camion e solo un paio vengono bloccati ai cancelli dagli scioperanti ma aspettano, senza alcun nervosismo.
M. Serena Quercioli