
L’ambasciatore Yerbolat Sembayev e il console onorario Federico Albini
Un evento per avvicinare il Kazakhstan all’Italia, ma anche alla Toscana e a Prato, per comprendere le attività geologiche e minerarie di entrambi, con il seminario che si è svolto ieri a Firenze, dal titolo “Risorse minerarie e attività di estrazione del Kazakhstan“, organizzato dal console onorario del paese dell’Asia centrale, Federico Albini, moderato dall’editorialista di Qn ed ex direttore de La Nazione Gabriele Canè, e con gli interventi dell’ambasciatore Yerbolat Sembayev, dell’eurodeputato Francesco Torselli, dell’onorevole Erica Mazzetti, della presidente della commissione cultura in Consiglio regionale, Cristina Giachi, oltre che con i saluti del presidente del Senato, Ignazio La Russa e con quelli della ministra del turismo, Daniela Santanchè.
Non solo politica, hanno preso la parola anche il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, il dirigente di Ispra, Fiorenzo Fumanti, Giampaolo Vecchieschi di Enel Green Power, il presidente dell’Ordine dei geologi della Toscana, Riccardo Martelli, la presidente della Fondazione dei geologi della Toscana, Elisa Livi.
Un’iniziativa che ha anche celebrato il primo geologo del Kazakhstan, Kanish Satpayev, che 125 anni fa ha aperto allo studio di queste discipline nel mondo kazako e all’estrazione di metalli che lo hanno reso rilevante a livello geopolitico.
Albini, perché questa iniziativa è così importante?
"Il Kazakhstan è uno dei paesi che punta a essere tra i 30 più potenti al mondo entro il 2050. Ho l’onore di poterlo rappresentare e ritengo il convegno strategico perché in Toscana abbiamo uno degli ordini dei geologi più importante di tutta Italia, che ha potutto vedere da vicino le risorse che il Kazakhstan ha a livello minerario e di giacimenti. Un’opportunità che è stata colta da istituzioni, imprenditori, aziende e ricercatori".
Le possibili partnership tra Toscana e Kazakhstan?
"Sono tante. Come ha specificato Bigazzi di Confindustria, sono già molte le aziende che investono in Kazakhstan, con potenziali relazioni nei campi energetici, di moda, agricoltura e finanza".
Esiste un rapporto specifico con Prato?
"Prato commercia molto con l’Uzbekistan, ma qualcosa si sta muovendo. Si sta iniziando a produrre in Kazakhstan. Nei prossimi anni speriamo che diventi un partner strategico, anche nel settore dei filati".
Cosa possiamo imparare dal Kazakhstan?
"La voglia di primeggiare, di essere protagonisti a livello industriale, la diplomazia. Il Kazakhstan è un’ex repubblica dell’Urss, ma ha preso le distanze da Putin, pur restando in buoni rapporti diplomatici, che tiene anche con Usa e Cina".
Quali i prossimi sviluppi?
"Portare avanti nuovi progetti, con la comprensione delle esigenze degli imprenditori e delle istituzioni culturali".
Lorenzo Ottanelli