
Resiste ancora il segno negativo davanti ai dati della produzione pratese. A far ben sperare c’è un fatto: la scalata iniziata a luglio prosegue. Se pur lentamente viaggia in maniera costante con l’obiettivo di arrivare - nel più breve tempo possibile - a toccare le vette pre Covid. A giocare un ruolo a sfavore di Prato rispetto alle colleghe di Confindustria Toscana Nord, Lucca e Pistoia che hanno messo a segno performance migliori nel secondo trimestre di quest’anno, è un fatto palese: per la moda non potrà esserci piena ripresa finché resteranno restrizioni e condizionamenti alla socialità, che nella prima metà di quest’anno erano ancora forti e che, sia pure in misura minore, esistono tuttora e rimangono significativi. Il risultato del distretto pratese, per quanto ancora negativo rispetto al pre-Covid (-9% sul 2° trimestre 2019, +52% sullo stesso periodo del 2020), dà comunque il senso di una direzione di marcia invertita e all’insegna di un recupero che parte dal severo -17,7% dell’export 2020 sull’anno precedente. "Quella che emerge dai dati dell’export pratese del secondo trimestre 2021 è una ripresa lenta e faticosa, per quanto non vi sia nulla di realmente inaspettato nel mancato raggiungimento dei livelli pre-covid (sul 2° trimestre 2019, -9% il totale, -9,8% il solo manifatturiero)", spiega la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli. "La constatazione che quasi l’80% dell’export di Prato è costituito dal settore tessile-abbigliamento lasciava poche illusioni circa le previsioni sui dati del secondo trimestre di quest’anno. Sebbene il settore cresca a Prato nell’export del secondo trimestre 2021 di un nettissimo +64,8% sullo stesso periodo del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, quando ancora non c’erano gli effetti del Covid, manca ancora molto terreno da recuperare ( -14,2%). Un dato, quest’ultimo, in linea con la produzione industriale dello stesso periodo: secondo le rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord manca ancora il 18% della produzione per raggiungere i livelli del 2019.
"Una nota positiva arriva dal meccanotessile", conclude Romagnoli "che quasi raddoppia rispetto al 2020 (+96,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente) e che presenta un forte incremento (+25%) anche sul 2019: un buon auspicio non solo per il meccanotessile stesso ma anche per il tessile locale. Fra gli altri settori, da segnalare +159,7% della chimica sul secondo trimestre 2020, per quanto non ancora sufficiente a raggiungere gli stessi livelli del 2019".