
Un vero incubo estivo per alcuni, un modo per non fare ’tabula rasa’ di tutto il programma svolto per altri: sono i compiti per le vacanze, che puntualmente attendono i ragazzi dopo il suono dell’ultima campanella dell’anno scolastico. Soprattutto dopo questo secondo quadrimestre così strano, segnato per noi studenti dalla didattica a distanza partita con l’emergenza Covid-19, i compiti delle vacanze rappresentano un’opportunità di potenziamento e recupero per alcuni, una tortura ulteriore per altri.
È giusto far studiare i più giovani anche durante le ferie? Meglio non pensarci e godersi le tanto meritate vacanze? I compagni della nostra scuola hanno risposto a questi e ad altri interrogativi. "I compiti delle vacanze sono utili – sono le parole di Michelle e Gemma, rispettivamente di 13 e 12 anni – perché ci preparano all’anno nuovo, però non vanno bene se sono eccessivi". "D’estate dovrei frequentare la scuola cinese dal lunedì al venerdì – ribatte Selina – e quindi non ho tempo di riposarmi. Farei volentieri a meno di dover fare anche i compiti per le vacanze". "Ogni professore dà i compiti in base alla propria materia – sono invece le parole di Allegra e Marco, 13 anni – non pensando alle altre, quindi ci sono tantissimi compiti di tante materie". Sembra che, parlando dei compiti, si alzi soltanto un coro di "no", invece c’è chi pensa che possano rappresentare un’opportunità: Francesco e Matteo, ad esempio, dicono che "i compiti delle vacanze servono a tenerci la mente allenata. È duro farli, ma l’utilità si vede appena ricomincia la scuola". "La scuola serve per il nostro futuro – puntualizza inoltre Eric, 12 anni – quindi penso che sia importante che i professori per le vacanze diano i compiti. Non lo fanno per cattiveria, ma per il nostro bene". "Avete presente cosa si prova a vedere gli amici andare fuori a giocare, mentre tu sei a studiare in casa e non puoi uscire perché i genitori te lo vietano? Le vacanze estive servono a divertirsi e rilassarsi", rispondono Edoardo e Giulia, a sottolineare che non è sempre semplice digerire di dover stare del tempo a svolgere espressioni o analisi grammaticali quando invece si potrebbe giocare con gli amici, nei limiti del distanziamento necessario in questa fase successiva all’emergenza sanitaria.
Al di là del dibattito che puntualmente si riaccende in questo periodo, forse basterebbe un po’ più di giudizio da parte degli "addetti ai lavori" per affrontare tutto con maggior serenità.