
Parola d’ordine: buon cibo. Prato si conferma nella Guida Osterie d’Italia 2023 terra di tradizioni enogastronomiche e attenzione ai principi della sostenibilità. Quella delle osterie è la cucina della tradizione, nei sapori, nell’atmosfera, e anche nel prezzo. "E proprio Le ’osterie slow’ sono quelle che in questo periodo hanno saputo reagire meglio alle difficoltà riscontrate in termini di personale e aumento dei costi puntando sull’alta professionalità e sui rapporti umani", sottolinea Francesco Ranzanicoordinatore regionale della guida. "Questa è infatti la cucina che racconta la storia dell’accoglienza di un territorio, della sua cultura gastronomica e dei suoi ingredienti più genuini e sostenibili". Prato e provincia si conferma anche per l’edizione 2013 con quattro locali: L’Osteria su Santa Trinita, La vecchia cucina di Soldano, Su pe’ i’ canto a Carmignano e La Castagna a Migliana inserite nella guida Osterie d’Italia, il volume che racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità attraverso le visite e le recensioni di più di 240 collaboratori sparsi in tutta Italia. La nuova edizione della Guida raccoglie 1730 indirizzi in Italia di osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati per la cucina territoriale, la rigorosa selezione degli ingredienti e il prezzo giusto, e introduce tre nuovi simboli per raccontare in modo più ampio e dettagliato l’offerta dei locali recensiti: il simbolo del pane, assegnato alle osterie con un eccellente cestino del pane e di prodotti da forno, autoprodotti o reperiti da fornai di qualità; il simbolo dell’olio, ai locali che valorizzano l’olio extravergine d’oliva sia a tavola che in cucina, secondo una selezione oculata di prodotti d’eccellenza e rappresentativi del territorio. Dopo la prima stella Michelin arrivata per Paca di via Frà Bartolomeo nessun locale pratese è stato premiato con la chiocciola simbolo della guida di Slow Food assegnato a quelle osterie che si distinguono per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con i valori del buono, pulito e giusto di Slow Food. Sono ben 27, ma tra questi nessuno in provincia di Prato.
Da non dimenticare a completamento di uno spaccato regionale così dettagliato, l’inserto tutto toscano dedicato ai Trippai, peculiarità della regione.